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DA REPUBBLICA 4 MARZO

Prematuri, rianimarli ma senza accanimento"

 
I saggi della Sanità alla Turco: informare i genitori, l´ultimo parere al medico
 
 
 
 
MARIO REGGIO

ROMA - Per i nati molto prematuri il Consiglio Superiore di Sanità ha consegnato ieri al ministro Livia Turco la sua relazione scientifica, approvato con 45 sì ed un astenuto. Provare a rianimare il feto, ma senza accanimento terapeutico e in stretto contatto con i genitori, anche se la scelta finale spetta al neonatologo. Questi i punti cardine della relazione.
«Assicurare le appropriate cure rianimatorie per evidenziare eventuali capacità vitali, tali da far prevedere possibilità di sopravvivenza», recita la relazione. E comunque no a rigidi schematismi in funzione delle settimane di gestazione del feto, il parametro più indicativo della sua maturazione, ma non il solo, anche se dopo la settimana le probabilità di vita autonoma aumentano. Procedere invece sulla base di «valutazioni individuali delle condizioni cliniche» e informando e ascoltando i genitori. Anche se, in caso di conflitto coi medici, a prevalere è la difesa della vita del neonato. Il documento mette in chiaro alcuni punti, come quello della rianimazione, appunto: «si deve comunque provare a rianimare», spiega il presidente del Css Franco Cuccurullo: «Certo, se ci sono malformazioni di fatto incompatibili con la vita e mancano segni di vitalità, la rianimazione ha poco senso. Ma in alcuni casi potrebbe esserci una sorta di fase inerziale: per questo è opportuno fare il tentativo», proprio per consentire poi una valutazione più appropriata delle capacità vitali del neonato.
C´è poi il rapporto coi genitori, che vanno informati e ascoltati. Se dovesse esserci conflitto tra questi e il neonatologo, si dovrà comunque cercare fino in fondo una «soluzione condivisa», ma la stella polare resta «la tutela della vita e della salute» del feto e del neonato. «Ciò che prevale - conferma Cuccurullo - è la tutela della vita, ma bisogna fare di tutto per trovare un´intesa».
Quanto al trattamento medico e alla rianimazione, nel testo si legge che «non può essere confinato in rigidi schematismi, ma esige una valutazione accurata ed individualizzata delle condizioni cliniche alla nascita». Altro capitolo, il rapporto medico-genitori. A questi ultimi «devono essere fornite informazioni comprensibili ed esaustive sulle condizioni del neonato e sulla sua aspettativa di vita, offrendo loro accoglienza, ascolto, comprensione e il massimo supporto sul piano psicologico». In caso di conflitto «tra le richieste dei genitori e la scienza e coscienza dell´ostetrico e del neonatologo, va perseguita la ricerca di una soluzione condivisa nel confronto esplicito e onesto delle diverse ragioni. Ma nessuno spazio all´accanimento osserva Cuccurullo - qualora l´evoluzione clinica dimostrasse che l´intervento è inefficace, si dovrà evitare che le cure intensive si trasformino in accanimento terapeutico».




Da Silvia, Mercoledì, 05 Marzo 2008 09:20, Commenti(0)
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