FORUM DEI PREMATURI

Forse te l'ho già scritto, ma la scuola di Giulio mi piace un mondo!

Anche quest'anno la nostra materna propone varie attività extra (a pagamento) : Musica, inglese, multisport, minibasket e giocodanza, e psicomotricità solo per i piccoli. Noi abbiamo scelto inglese e multisport.
Fabio da un po' di tempo stà mostrando un forte interesse per le lingue straniere, da solo utilizzando file didattici su you-tube ha imparato parecchie parole in inglese, conosce molti colori e sa contare. Inoltre ha imparato a contare in giapponese (praticamente fino alle migliaia) , e un po' in portoghese. L'attività di inglese, riservata ai "grandi" si svolgerà con un'insegnante di madre-lingua, seguendo il metodo Helen Doron (http://www.helendoron.it/index.php/il-metodo ) , insomma credo che gli piacerà. A multisport invece proveranno vari sport di squadra, calcio, minibasket e non so' che altro, e anche questo lo attrae molto. Oggi è il primo giorno per multisport, e questa mattina era molto entusiata. Quest'anno comunque non vedeva l'ora di riprendere l'asilo, ci va con molto piacere, e se il primo anno se ne stava un po' disparte, adesso mi hanno detto che è diventato piuttosto dispettoso e che a volte tocca "riprenderlo". Oggi si riprende anche piscina, e con sua grande gioia il suo miglior amichetto dell'asilo si è iscritto con lui...ho già i capelli in piedi pensando a quello che sarà nello spogliatoio

Pure il trittico (JF compreso) fa un corso di inglese seguendo il metodo Doron.
Noi ci troviamo molto bene, i bambini hanno imparato parecchie cose (devo dire con viva sorpresa che il Vic e' il piu' portato dei tre) e si divertono molto.
L'impegno non e' gravoso perche' si tratta di una lezione alla settimana coadiuvata dall'ascolto giornaliero di un CD (che cambia ogni mese circa)

Ma infatti per come lo hanno spiegato mi piace molto. Io ho fatto il liceo linguistico, ma ho perso tantissimo, anzi soprattutto di tedesco non ricordo quasi nulla . Chissà mai che sia l'occasione per ripassare almeno un po' di inglese. Ahaahaah una volta Fabio mi aveva chiesto "come si dice aspirapolvere in inglese" e io "ehhhm...sob...boh...non so'" e lui "VACUUM"

ODIO quando non riesco a rispondere alle domande del nanetto!

Con mia grande sorpresa anche Davide sembra essere portato per le lingue; alla materna non ha mai fatto nulla, l'anno scorso in prima elementare ho visto che apprendeva l'inglese con facilità; quest'estate però mi ha veramente colpito per come si sforzava di comunicare con i bambini stranieri che incontrava: per nulla intimorito dal diverso linguaggio ci chiedeva continuamente di insegnargli parole nuove per riuscire a parlare con loro e, a modo suo, ci riusciva ; io alla sua età mi sarei nascosta

Lu ha scritto:L'impegno non e' gravoso perche' si tratta di una lezione alla settimana coadiuvata dall'ascolto giornaliero di un CD (che cambia ogni mese circa)

A che tipo di impegno ti riferisci?
Anche nella nostra città c'è offerta per corsi di inglese indirizzati ai bambini, però richiedono un impegno "economico" non indifferente.
Questa estate Giulio ha frequentato un campo estivo inglese, lo ha esplicitamente chiesto lui, credo sulla scia del desiderio di poter comunicare con bambini stranieri (quello di cui parlava Lorenza), bambini stranieri di cui è i parchi gioco sono pieni proprio in estate e motivato dall'arrivo in classe di un bimbo americano: per la prima volta giornalmente si trovava di fronte un bimbo con il quale non poteva comunicare.
E fra l'altro le maestre avevano chiesto proprio a Giulio di coinvolgere "lo straniero" e quindi aiutarlo ad integrarsi. A Giulio perchè dal carattere particolarmente socievole e perchè conosce diverse parole in inglese vedi nonno paterno
madrelingua.
Quello che però salta facilmente agli occhi è che il conoscere qualche parola in inglese non equivale a "saper comunicare in inglese": di fatto Giulio zompettava vicino a Max (l'americano) sparando casualmente le parole che in quel momento conosceva (di giorno in giorno ne sa di nuove ma dimentica anche quelle che conosceva giorni prima) senza mettere su un discorso "sensato"... ovvero senza comunicare. Fortunatamente si può giocare assieme anche senza comunicare verbalmente: in questo senso il gioco è lingua universale e da lì la facile integrazione fra bimbi di diversa lingua. Ovvero la conoscenza di Giulio di qualche parola in inglese non ha dato alcun valore aggiunto all'integrazione fra i due.

Io sono molto combattuta. Anche a scuola di Giulio fanno inglese, ma devo dire che non mi aspetto molto da quel corso e sinceramente non mi aspetto molto nemmeno dalla "frequentazione" del nonno inglese al fine dell'imparare la lingua (perchè invece ne trae ben altri benefici).
Spesso butto un occhio ai vari corsi offerti qui nella mia città e -follia del campo estivo a parte- rimango perplessa: mi chiedo se in ottica "valutazione costi benefici" ne vale la pena. Riferito alla fascia di età dei piccoli, sia beninteso.

Per la Lu impegno e' sinonimo di "sbattimento per la mamma".
Gia' di mio sono una genitrice basic, ma chiaro che con tre devo sfrondare.
Due / tre lezioni a settimana piu' compiti a casa mi condurrebbero al manicomio per direttissima invece una lezione (per JF pure in orario nidesco) posso sopportarlo.
L'impegno economico direi che e' medio; da noi l'unica scocciatura e' che per proteggersi da comportamenti scorretti vogliono che tutta l'annualita' venga pagata in anticipo.
Facendo poi le debite proporzioni l'esborso risulta essere di una decina di euro a lezione che mi pare ragionevole.

Cheti ha scritto:non mi aspetto molto nemmeno dalla "frequentazione" del nonno inglese al fine dell'imparare la lingua (perchè invece ne trae ben altri benefici).

Però non credo che se il nonno parlasse inglese con Giulio si precluderebbe il rapporto, no? Salvo eccezioni i bambini accettano di buon grado il bilinguismo, anche se magari un pomeriggio a settimana "bilingue" è un po' poco, è comunque meglio di niente. In Italia purtroppo fino a qualche anno fa si cominciava troppo tardi con l'inglese. Quando andai in Nepal e in Indonesia, restai allibita nel sentire bimbi che abitavano in sperduti villaggi di montagna riuscire a comunicare, magari non benissimo, ma comunicare, in inglese. Ok, è un'ex-colonia, ma non credo che adesso nessuno li obblighi a insegnare l'inglese fin dalle elementari.