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La vicenda di Treviso...

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Moderatori: stefaniabovo, Silvia

La vicenda di Treviso...

Messaggioda Silvia il 26 nov 2008, 13:15

Ho ricevuto questa email...

Piena solidarietà e appoggio alla Neonatologa di Treviso,
ritorna all'attenzione l'importanza di un adeguato accompagnamento psicologico per i genitori colpiti da lutto perinatale.

NON È EUTANASIA
La risposta dell'associazione CiaoLapo al caso del neonato di Treviso.

Un problema grave e di cui si parla poco, ma che riguarda 1 su 250/300 nascite nei paesi industrializzati, 10 volte la frequenza della morte in culla.
In Italia ogni anno 2.500 famiglie perdono il loro bambino nell'ultimo trimestre di gravidanza o nei primi giorni di vita senza una causa apparente.

Firenze, 26 Novembre 2008 - "Sarebbe opportuno che i genitori fossero sempre messi in condizione di accompagnare gli ultimi momenti di vita del loro bambino morente. Per molti genitori di bambini deceduti in terapia intensiva, essere arrivati troppo tardi è motivo di grave rimpianto e sconforto, laddove aver potuto usufruire di un luogo psichico e fisico per stare con il bambino, sostenuti e guidati dal personale del reparto, è invece ritenuto fondamentale per il processo di lutto." Ha commentato Claudia Ravaldi psichiatra e psicoterapeuta, fondatore e presidente di CiaoLapo Onlus, la prima Associazione Italiana per il sostegno dei genitori colpiti da lutto perinatale, "Avere qualche ricordo che oltre al dolore della perdita evochi compassione, empatia, e tutta la tenerezza che sprigiona il proprio neonato, è un elemento importantissimo che i genitori porteranno con loro per tutto il resto della vita." Continua la Dott.ssa: "A nostro parere, l'accompagnamento alla morte, in assenza di altre possibilità terapeutiche, deve fare parte di quelle cure palliative che hanno lo scopo di accompagnare il morente e i suoi familiari riducendo il più possibile il livello di sofferenza, fisica e psicologica. Tra i diritti del bambino morente, oltre a quello di morire senza dolore, dovrebbe essere contemplato quello di vivere gli ultimi momenti insieme ai suoi genitori, tra le loro braccia."

Compito importante di ogni medico è quello di permettere che venga consentita al paziente una morte degna e vicina all'appoggio dei propri cari, quando purtroppo risulta palese l'inefficacia delle cure mediche.
"Noi l'abbiamo conosciuta ed apprezzata per la sua professionalità ed umanità," dice Raffaella, avvocato, associata di CiaoLapo Onlus e madre di Gabriele, morto lo scorso anno proprio nel reparto di neonatologia patologica dell'Ospedale di Treviso "era lei a seguire Gabriele ed è stata lei a dirci dopo 4 giorni di cure estenuanti che non c'era più nessun organo integro, per cui era giunto il momento di decidere se alle prossime complicazioni sospendere le cure o continuare ancora con trattamenti che comunque non avrebbero potuto prolungare la vita ancora per molto. Tutti insieme abbiamo preferito non insistere in cure inutili. Non è stata una decisione indolore, ma era l'unica dettata dal nostro amore e dal rispetto per nostro figlio."

Purtroppo molti genitori si trovano quotidianamente in questa difficile situazione ed è compito dei medici aiutarli e sostenerli in queste difficili scelte. "Accompagnare con amore, rispetto e dignità un neonato al termine della sua vita" continua Claudia Ravaldi, "non è eutanasia, né malasanità. E' il compito di ogni medico, in scienza e coscienza consentire ad ogni persona una morte degna e con il conforto dei propri cari, una volta che la vita non può più essere prolungata dalla Medicina."
Continua Raffaella, avvocato dell'associazione : "Ci tengo a dimostrare la mia stima e solidarietà alla dottoressa, è stata l'angelo custode di mio figlio per 4 giorni e 4 notti ed ha pianto con noi quando è stata presa la decisione di non proseguire con le cure. Le sue parole ci hanno indirizzati sulla strada giusta nell'elaborazione del lutto e ci hanno aiutato in tutto il percorso difficile fatto fino ad ora; spero possa continuare ad aiutare altre famiglie che dovessero trovarsi nella nostra stessa situazione. Probabilmente non avrei avuto la forza di intraprendere una nuova gravidanza se non fosse stato per lei".

"Affrontare una gravidanza dopo una perdita perinatale è una condizione difficile, sempre associata ad ansia e ai ricordi dolorosi della gravidanza precedente. L'ansia e il dolore sono tanto più alti quanto più scarsa è stata l'assistenza nella precedente esperienza di perdita." Conclude la Dott.ssa Ravaldi: "Un supporto umano, corretto e empatico da parte del personale consente una migliore elaborazione del lutto e dunque una gravidanza successiva più serena".

Per tutte le informazioni visitate http://www.ciaolapo.it/ , http://www.babyloss-italia.eu/
Silvia
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Re: La vicenda di Treviso...

Messaggioda vere il 27 nov 2008, 13:38

Secondo me questa e' la vera Carita'.
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e di Gabriele nato di 29+5w il 10.11.06 Kg 1,620
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Re: La vicenda di Treviso...

Messaggioda stefaniabovo il 27 nov 2008, 16:00

E' arrivata anche a me oggi.

Sono completamente d'accordo...
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