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Problemi e dubbi in Terapia Intensiva Neonatale
Moderatore: mariateresa
da robyjk il 6 apr 2012, 23:02
Dal titolo si capisce poco!!!
Sono Roberta, ho scritto l'anno scorso quando ero in attesa della mia seconda bimba, con la prima mi avevano indotto per preeclampsia lieve, e con la seconda ho iniziato a 30 settimane ad avere problemi simili ma poi è andato tutto bene.. non so s evi avevo detto che sono infermiera in area pediatrica.. e dal 1 aprile lavoro in terapia intensiva neonatale!!
Volevo avere, da chi ci è passata come mamma, dei consigli su come vorreste ci comportassimo noi infermiere nei riguardi vostri e dei bimbi.. insomma per capire cosa prova chi sta dalla vostra parte, perchè immedesimarsi è difficile!!
Grazie !!
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da nadi il 7 apr 2012, 5:34
ciao! che bella notizia! anzi belle! chi meglio di una mamma che ci è già passata può rincuorare un genitore? per me gli infermieri della tin sono stati di grande aiuto, spesso mi hanno dato speranza anche quando i medici non si sbottonavano, li ho adorati e li adoro ancora!
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da hellokitty il 7 apr 2012, 8:37
Che bella persona che sei!!! Solo il fatto che hai fatto questa domanda....sono sicura che sarai la migliore infermiera del mondo! In bocca al lupo con il tuo nuovo lavoro!
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da Misia il 7 apr 2012, 16:27
In bocca al lupo! che bello il fatto che tu abbia voglia di fare una domanda del genere. Secondo me - per quanto io in TIN abbia conosciuto infermiere fantastiche con le quali sono in ottimi rapporti tutt'ora - l'area in cui si può lavorare di più è quella del riconoscimento e della valorizzazione del ruolo dei genitori. A volte ho visto svilire questo ruolo da parte degli operatori che indirettamente lanciavano messaggi di "non competenza" alle mamme. Da una parte è vero che ci troviamo in situaizoni in cui, specie all'inizio, quello che serve non è solo una mamma ma proprio un intervento medico (sul quale ovviamente la mamma non deve e non può interferire). Dall'altra però la mamma e il papà sono fondamentali e sono competenti dei loro ruoli, anche se spesso a maggior ragione a seguito di un parto prematuro non lo sanno. Io sentivo che i miei figli fossero "dell'ospedale". Ci ho messo mesi a sentirli miei e a sentirmi competente. Non per colpa degli infermieri (quasi mai almeno) ma per colpa della situazione. Però credo che infermieri e altri operatori potrebbero lavorare di più per farci sentire che il genitore è sempre il genitore, e che il suo ruolo è importante e fondamentale.
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da robyjk il 7 apr 2012, 21:51
grazie ragazze siete molto carine!!
misia, hai ragione, è la prima impressione che si ha in quel reparto.. io sono li da pochi giorni, però ho notato che le infermiere son davvero brave e cercano di incentivare i genitori ad appropriarsi del loro ruolo, perchè spesso sono loro ad avere paura.. c'è una mamma di due gemellini, che son li da 4 mesi e mezzo, (che ormai sono in post intensiva) che ha paura a prendere in braccio il bimbo con la flebo perchè ha paura di staccare i tubi.. volevo capire, misia, se secondo te è davvero solo un problema di strumentazione oppure c'è altro.. per sapere come aiutare le mamme! sarei felicissima di essere d'aiuto a quelle mamme, perchè sono mamme con la M maiuscola, sono fantastiche davvero...
c'è una mamma che ha la bimba nata di 26 settimane, 700 grammi.. è li da 6 mesi e mezzo.. e lei da 6 mesi e mezzo si tira il latte, viene col pullman da lontano ogno giorno, sta li tutto il giorno.. e da qualche settimana.. allatta al seno!!!! e la bimba si attacca benissimo! son cose che fan sciogliere da quanto son dolci... una mamma con una tenacia incredibile!!!!
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da Chiara_78 il 7 apr 2012, 22:45
Ciao, io posso raccontarti la mia esperienza e spero possa esserti utile... Mia figlia è nata di 29w+5d, alla nascita pesava 1.090. Ecco il ricordo del mio primissimo ingresso in Patologia Neonatale: mi sono sentita completamente spaesata e fuori luogo. Quel reparto era completamente diverso a tutto. A tutto ciò che avevo sognato per la nascita di mia figlia. Sembrava di essere dentro la plancia di un'enorme astronave madre. Luci... Suoni... Macchine... Era tutto così... "alieno"... E il reparto dov'è nata Rebecca accoglie pochi bimbi, lei è nata a Grosseto. Io mi guardavo attorno spaurita ed ancora un po' intontita, avevo fatto il cesareo il giorno prima e stavo finendo di smaltire la morfina... Mio marito mi spiega tutto: indossare il camice; il copriscarpa; poi lavarsi le mani ed infine entrare. Lo guardo con una faccia più o meno così ma annuisco, fingendo di aver ascoltato tutto. Entriamo. Ci son altri genitori con i loro figli. Mamme che allattano. Genitori che parlano. Altri che preparano il bagaglio per l'uscita. Quando entriamo si zittiscono e ci osservano. Mi sento ancora più inappropriata. Guardo le incubatrici. Le avevo viste solo nei film e da vicino una volta sola. Trasferendo (sono una Volontaria del Soccorso) una mamma e il suo cucciolo appena nato da un Ospedale all'altro. Cerco mia figlia, ma non riesco a vederla. La mia attenzione è attirata dai suoni... dagli strumenti... cerco di capire a cosa servano... è tutto nuovo... fa quasi paura... Ad un certo punto mi giro verso il banco delle infermiere. Questo è il uno dei miei ricordi più preziosi. Lasciando la penna sulla cartella che stava aggiornando, l'infermiera di turno si avvicina ed ha un sorriso... un sorriso vero... sincero... umano... i suoi occhi, ambrati come quelli di un'aquila, mi guardano sereni. Mi sorride con calore e si presenta "Buongiorno, io sono Anna". E mio marito, precedendomi, replica "Lei è Chiara, la mamma di Rebecca". "Oh, finalmente..." sorride ancora di più ed i suoi occhi brillano "Ecco la mamma di Rebecca" E così dicendo mi accompagna verso l'incubatrice di mia figlia. Mi parla di lei. Mi racconta della sua nottata e mi fa un resoconto di come è andata fino a quel momento. Il sorriso di Anna, il suo calore umano, mi hanno fatto sentire a casa. Mi hanno fatta sentire meno sola. Io ho sentito Rebecca mia figlia perchè ho da subito potuto iniziare ad occuparmi di lei. Cambiando il pannolino. Coccolandola attraverso gli oblò dell'incubatrice. Parlando, ma non solo con la bimba; anche chiacchierando con gli infermieri di turno e gli altri genitori. Però, mi ripeto, mia figlia è nata in un Ospedale piccolo rispetto ad uno di una grande città ed ho vissuto una realtà diversa, più "casalinga" forse. Grosseto ha un reparto di neonatologia di secondo livello avanzato, ospiterà una decina (forse dodicina) di bambini in totale tra incubatrici e cullette. C'è stata solo un'infermiera con cui ho avuto dei "problemi". Lei non considerava il fatto che per noi fosse importante cambiare il pannolino di Rebecca, soprattutto i primi tempi quando la bimba stava dentro l'incubatrice e noi avevamo pochissime possibilità di toccarla. Il 70% delle volte, quando lei era di turno e noi arrivavamo la bimba era stata già cambiata e già mangiava in pompa-siringa e noi non potevamo farle più niente... Solo stare lì a guardarla.... In quei casi ho sentito, come ha detto Corinna, Rebecca più dell'Ospedale che non mia... Ma poi ho avuto il coraggio di fare presente che questo suo comportamento ci feriva e che ci faceva sentire "meno genitori"; ed allora ha sempre lasciato che delle piccole cose ci occupassimo noi. Quelle cose che sono il quotidiano ma che per noi erano fondamentali per sentire ancora più nostra la piccolina...
Rebecca nata a 29w+5d a causa della gestosi. Dimessa dalla Patologia Neonatale di Grosseto dopo 51gg di ricovero. Peso alla nascita 1.090gr per 36cm di puro amore.
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da Barbara&Elena il 10 apr 2012, 12:32
Ciao, mi associo alle altre: il fatto che tu ti sia posta questa domanda è già la garanzia che sei un'infermiera meravigliosa! Anche a me è successo un po' quello che descriveva Chiara: per me cambiare il pannolino era una delle poche occasioni per potere toccare Elena e fare qualcosa per lei, mi faceva sentire finalmente mamma. Le infermiere erano tutte splendide, ma ce n'era una in particolar modo che fu la prima ad incoraggiarmi a cambiare il pannolino e ad insegnarmi come farlo. Lei incoraggiava sempre il contatto con il bimbo, te lo faceva sentire tuo, non dell'ospedale. Con altre invece bisognava chiedere il permesso e quello mi faceva sentire un po' ospite. Ad esempio "posso cambiare il pannolino?" ed attendevo la conferma prima di procedere. L'altra infermiera invece ci lasciava un po' più liberi, anzi era lei ad incoraggiarci. Ci raccontava della nostra piccolina, di smorfie buffe che aveva fatto o cose del genere e ci faceva piacere vedere come lei l'adorasse, come la trttasse da bimba e non da paziente. Ho avuto solo un paio di episodi meno piacevoli in TIN (con altre infermiere, non certo con lei!). Una volta è stata la mia prima marsupio terapia, che avvenne dopo un mese che Elena era nata (io anelavo quel momento come il più importante della mia vita, sognavo anche di notte di poterla prendere in braccio! Vedeo le altre mamme fare la marsupio e non avevo il coraggio di chiedere quanto ancora avrei aspettato). Dopo la marsupio l'infermiera mise elena nella casetta di vetro e disse "vediamo se avrà la forza di mangiare. E' stanchissima!". Facendomi sentire in colpa per la marsupio, quasi fosse colpa mia se poi non avrebbe mangiato. Utilizzò anche il termine "paziente critica" riferendosi ad elena, quando io invece la vedevo ormai una "bambinona" di ben 1,7 kg! (mi sembrava già enorme con quel peso ). Questo avvelenò il giorno più bello, quello della marsupio. Un altro episodio spiaceole fu l'altro giorno importante, con un'altra infermiera: elena era finalmente fuori dall'incubatrice e finalmente potevo portarla al vetro e presentarla a mia madre. Mi batteva il cuore dall'emozione ed era un momento importante anche per mia madre! Chiesi il permesso all'infermiera. Lei mi disse che prima dovevo cambiarla, darle da mangiare e poi portarla al vetro. Io però sapevo che dopo il biberon Elena avrebbe dormito, come faceva di solito ed io volevo mostrarla a mia mamma con gli occhi aperti. Era solo una questione di un minuto, mica dovevo stare al vero mezz'ora! Quindi andai ugualmente e sentii l'infermiera che diceva "Avevo detto di darle prima da mangiare!!!". Me ne infischiai, ma con tanta rabbia perché mi sentii ospite, non padrona di gestire mia figlia. Sussurrai ad elena: "quando saremo a casa, nessuno più ci dirà cosa fare!". Magari possono sembrare due cavolate, ma per me invece si tratta di episodi che, in quelle circostanze, mi hanno ferita. Ecco, la cosa importante è fare sentire le mamme libere di fare le mamme e non farle sentire ospiti. Poi fare vedere loro che i loro bimbi sono sì piccolini ma sono bimbi, non pazienti e non pazienti critici (come possono far male le parole!!) Ma tu sarai senz'altro un'infermiera stupenda, come la mia preferita che porto sempre nel cuore!
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da Fran73 il 10 apr 2012, 13:49
Ciao, mi associo a quanto hanno detto le altre, la tua voglia di fare bene e la tua sensibilita' sono gia' una garanzia che ci saprai fare! Per quanto mi riguarda, ho avuto un ottimo rapporto con le infermiere di Anneli. Ci hanno fatto fare un giro in TIN prima del parto, e li' subito e' stata l'infermiera che sarebbe stata quella "principale" per Anneli che ci ha spiegato un po' come funzionavano le cose.
Di lei ho apprezzato tante cose, in particolare, alcuni consigli pratici: - se possibile, ci mettavamo d'accordo il giorno prima su a che ora sarei arrivata per cambio pannolino / marsupio / bagnetto etc. per fare in modo di coordinarci (e di non fare arrivare me quando tutto era gia' stato fatto); - nei momenti difficili, era sempre pronta a distrarmi! Siccome non era il suo ruolo dare opinioni mediche, faceva del suo meglio per "alleggerire" i momenti difficili, sempre con molto tatto; - sempre molto incoraggiante e festosa per ogni traguardo di Anneli: meno medicine, piu' peso, cambio incubatrice.. ogni miglioramento diventava una festa, e tante infermiere venivano a felicitarsi per ogni piccola vittoria! Addirittura da noi ad ogni "complimese" facevano un biglietto di auguri firmato da tutte le infermiere...
in bocca al lupo, ti aspetta una sfida difficile ma bellissima!
Fran
mamma di: Anneli, nata il 14/07/2010, a 32 settimane, 1.495 kg e Ida, nata il 4/10/2012, a 38 settimane, 2.640 kg.
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da gabriella tolotti il 13 apr 2012, 14:32
Come posso non associarmi a alle altre? Il solo fatto che tu ponga questa domanda di renderà una brava infermiera. Ti hanno già detto tutto...segui il tuo istinto e sarai bravissima e amatissima!
Fabio è nato il 21/01/2006 alla 26ma sett. Pesava 510 gr
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da Cinpica il 13 apr 2012, 15:08
robyjk ha scritto:c'è una mamma che ha la bimba nata di 26 settimane, 700 grammi.. è li da 6 mesi e mezzo.. e lei da 6 mesi e mezzo si tira il latte, viene col pullman da lontano ogno giorno, sta li tutto il giorno.. e da qualche settimana.. allatta al seno!!!! e la bimba si attacca benissimo! son cose che fan sciogliere da quanto son dolci... una mamma con una tenacia incredibile!!!!
Prendo spunto da questo... Io ho partorito Alice a 30 settimane, era 1140 gr. Era piccola, ma reattiva. Non ha avuto nessun problema tanto che a 17 giorni l'hanno trasferita dall'ospedale in cui è nata, con una TIN di terzo livello, ad una patologia neonatale di un ospedale di secondo livello. Aveva ancora il gavage ed era nutrita con LM. Il mio desiderio di mamma era di attaccarla al seno. Non mi hanno mai lasciato provare e quando è stata dimessa (a 40 gg dalla nascita, 36+0 e 1940 gr di peso) era ormai abituata al biberon. Attaccarla al seno avrebbe potuto posticipare forse di qualche giorno le dimissioni, ma era un prezzo che ero disposta a pagare. Nessuno pero' mi ha ascoltata. Io ho proseguito imperterrita a tirare il latte, per 5 mesi. Poi Alice si è attaccata, grazie all'incoraggiamento dello staff del follow-up dell'ospedale in cui è nata. L'unico consiglio che posso darti è quello di ascoltare le mamme... ti daranno tanto in cambio, in termini di affetto e gratitudine.
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da robyjk il 14 apr 2012, 23:00
su questo noi abbiamo poco "potere", il tipo di alimentazione è decisa dal medico.. io sono li da poco, non ne so ancora molto dato che l'affiancamento dura 3 mesi, ma sono diversi i motivi x cui si potrebbe decidere x il biberon... per esempio se han bisogno del latte fortificato.. oppure se il latte deve prima essere congelato... per il resto, da noi se non ci son questi problemi e i bambini sono stabili li fanno attaccare subito al seno!!
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da clemy il 16 apr 2012, 12:51
Nella tin dove siamo stati "ospitati" non ho avuto grossi problemi con le infermiere/puericultrici...ce n'era solo una, la più anziana di tutte, che rompeva le scatole. L'ingresso a suo tempo era ogni tre ore in corrispondenza delle poppate...in reparto sapevano se le mamme c'erano o non c'erano (al cambio turno lo scrivevano in cartella). Io ero una di quelle che c'era per la poppata delle 12 e per quella delle 21...facevamo un sù e giù dall'ospedale due volte al giorno...140km al giorno per dare il LM a Giovanni...sapevano che per quell'ora io c'ero, lo sapevano tutti anche i medici e se non potevo esserci avvisavo o le altre mamme, che poi riferivano, o chiamavo direttamente in TIN...nulla da fare quando c'era questa attaccava il gavage continuo anche 10min prima dell'ingresso stabilito...m'ha fatto rimanere più di una volta di mer@@, io non potevo rimanere in foresteria per una serie di problemi, mi sentivo già male a lasciare mio figlio lì, poi se entravo in reparto e vedevo che questa aveva dato già da mangiare a Giovanni me ne andavo in bestia... una volta sono sbottata, entrai 5 minuti prima perchè sapevo che c'era lei, la chiamai dalla soglia della porta e le dissi "tieni, il latte di Giovanni, prima che le dai l'artificiale"...aveva già messo il GC (non perdeva tempo neanche a fare la prova col biberon) e per fortuna non ne era sceso molto...quando mi preparai ed entrai voleva farmi pure la ramanzina "non è che posso sapere di ogni singolo bambino se c'è o non c'è la mamma..." io le dissi che le sarebbe bastato leggere la scheda infermieristica e ne sarebbe venuta a conoscenza se ci fossi stata o meno...! Come t'ha detto Gabriella, ascolta e asseconda il più possibile l'esigenze delle mamme. In bocca al lupo!
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da hellokitty il 16 apr 2012, 14:25
Chiara_78 ha scritto:C'è stata solo un'infermiera con cui ho avuto dei "problemi". Lei non considerava il fatto che per noi fosse importante cambiare il pannolino di Rebecca, soprattutto i primi tempi quando la bimba stava dentro l'incubatrice e noi avevamo pochissime possibilità di toccarla. Il 70% delle volte, quando lei era di turno e noi arrivavamo la bimba era stata già cambiata e già mangiava in pompa-siringa e noi non potevamo farle più niente... Solo stare lì a guardarla.... In quei casi ho sentito, come ha detto Corinna, Rebecca più dell'Ospedale che non mia... Ma poi ho avuto il coraggio di fare presente che questo suo comportamento ci feriva e che ci faceva sentire "meno genitori"; ed allora ha sempre lasciato che delle piccole cose ci occupassimo noi. Quelle cose che sono il quotidiano ma che per noi erano fondamentali per sentire ancora più nostra la piccolina...
Chiara quella che tu descrivi è tutta la neonatologia con cui ho avuto a che fare...purtroppo...non ho neanche un ricordo "umano" delle infermiere...solo ancora tanta rabbia. Elisa veniva chiamata per cognome, a volte "il bambino", neanche il sesso importava...neanche fosse un pesce rosso. Io non contavo, anzi, davo fastidio se arrivavo per la marsupio 5 minuti prima, o anche puntuale...per principio mi facevano aspettare fuori dal reparto (e una volta mentre aspettavo, è entrato il fattorino del gelataio... Ecco, direi che sarebbe stato bello sentirmi "la mamma di Elisa", sarebbe stato bello che capissero che avrei voluto che ci fosse mio marito la prima volta che l'ho presa in braccio (e no, potete entrare solo uno alla volta), un po' di decenza e umanità, non si chiede poi troppo a una neonatologia... Scusate, ma i miei ricordi sono davvero terribili...reparto impeccabile ma meno di 0 umanità dov'è nata la mia piccola.
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da nadi il 16 apr 2012, 14:32
io ho dei bellissimi ricordi di quasi tutti. secondo me la cosa importante che non passa spesso è che i genitori dei bambini in tin si sentono genitori a metà. è vero che ci sono situazioni in cui i genitori devono farsi da parte, e questo è importante. però in situazioi normali quello che per gli infermieri è routine per noi è vita. io non potevo fare iente di niente x sara, a volte neanche toccarla. il mio latte all'inizio non lo davano e non potevo cambiarla perchè era troppo instabile. andnando avanti le cose sono cambiate, ma per me assistere al cambio del panolino era una gioia incredibile, a volte passavano giorni che neanche la vedevo, stavo seduta vicino alla termoculla coperta e basta! poi ho iniziato a cucirle i vestiti, lei aveva la sua scatolina con i suoi vestiti, per me era importante, era l'unico contatto che avevo con mia figlia. certo non le avrebbe salvato la vita, ma era l'unica cosa da mamma che potevo fare. e alcuni infermieri le mettevano i vestiti del reparto. mi si spezzava il cuore... non lo facevao per dispetto, lo so, ma mi sentivo scavalcata nell'unica cosa che potevo fare io...
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da clemy il 16 apr 2012, 18:10
Ho dimenticato di dire che nella nostra TIN incentivavano molto il contatto materno...io all'inizio m'imbambolavo dinnanzi all'incubatrice, rimanevo a guardare, sopratutto i primi giorni...un pò la paura di fargli male, un pò perchè era una cosa che non ho accettato molto volentieri...Poi un pò tutti mi hanno spronato ad infilare una mano e ad accarezzare mio figlio...una magra consolazione...ma mi accontentavo. Poi piano piano hanno incominciato a farmi dare il latte, poi a cambiargli il pannetto, poi la marsupio fino a spogliarlo e rivestirlo dopo il bagnetto...molte volte se desaturava dovevo essere io a dargli i primi pizzicotti (sotto la loro supervisione) e se non si riprendeva intervenivano loro...una infermiera un giorno disse "sono i vostri figli, sono dei bambini come gli altri determinate cose dovete farle voi perchè domani che varcherete quella porta noi non ci saremo più ad aiutarvi!". Questa è una cosa che tengo sempre presente, e devo dire che l'esperienza "vissuta" in Tin mi aiuta nel quotidiano, non mi fa andare in panico facilmente, ha incentivato ad aumentare il mio self-control...
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