Nonno Bernardo (bisnonno di Love) racconta
Inviato: 13 giu 2008, 8:32
Per me é difficile raccontare, sono un uomo di tanto tempo fa. Ma lo voglio fare per non essere dimenticato, perché si muore solo quando nessuno si ricorda più di noi, quando nessuno più racconta qualcosa di noi.
Ci pensate, io sono classe 1886, mica uno scherzo. E mi racconto di padre in figlia, perché chi scrive é la mamma di Love, e io sono morto prima che lei nascesse. Mi racconto attraverso le briciole che mio figlio, nonno di Love, le ha raccontato.
Non sapevo né leggere né scrivere e non avevo da mangiare, venivo da un posto vicino a Cassino e, come tanti a quei tempi, presi i miei due stracci ed emigrai.
In Canada. Avevo 15 anni. Voi ridete di quelle vecchie canzoni come "Mamma mia dammi 100 lire che in America voglio andare". Voi non avete visto la sagoma della vostra città diventare sempre più piccola nel riverbero del sole e poi sparire per sempre.
Quante gente diversa, povera gente, criminali pronti a tagliarti la gola se ti addormentavi, signore audaci.
Mi imbarcai come mozzo. purtroppo non ho raccontato tanto di quegli anni, se non che la vita era dura, durissima, sempre per mare. Ma ero il più giovane, e i marinai si affezionarono a me. Io lavoravo e mettevo via tutti i soldi, perché volevo aprire un ristorante, da bravo italiano emigrato.
Arrivai nel nord della Scozia. Misi piede a terra e una strana sensazione di casa mi attraversó, come se avessi sempre vissuto lì. E mi ci stabilii.
Io e la mia pipa a forma di testa di leone, so che qualche vecchio abitante ha raccontato di me alla mamma di Love, dicevano che ero l'italiano che sembrava uno scozzese, un grande complimento.
Aprii un bar e, per un attimo, mi fermai a guardare seduto su una sedia del mio bar all'aperto. A tutte le persone che avevo incontrato, a com'era grande il mondo. E a 65 anni, mi sentii improvvisamente solo.
A quel tempo il mondo non era pieno di single, e mi sentii ancora più solo. Feci un salto in Italia, anche se l'italiano me l'ero quasi dimenticato.
Erano tempacci, si avvicinava la seconda guerra. Si vedeva giá dal treno per arrivare in Italia, che passava dalla Francia, che c'era qualcosa di brutto nell'aria.
Incontrai la bisnonna di Love. Lei non rideva del mio italiano, era nata e cresciuta a Parigi, e anche il suo italiano era divertente, pieno di buffet e controbuffet e parole. E la sposai, e avemmo i nostri due bambini.
In piena guerra.
I tedeschi misero il quartier generale a casa nostra. Io stavo zitto perché il mio italoinglese non andava bene. Un giorno alla bisnonna cadde un bicchiere e le venne da arrabbiarsi in francese. il capitano tedesco si avvicinò e .... cominciò a parlarle stretto stretto in francese. Era dell'Alsazia e si sentiva francese, la sera giocavano a carte e chiacchieravamo quando tutti dormivano.
Poi la guerra fini e non c'era lavoro. Tutti i parenti si riunirono intorno a noi. A mangiare eravamo in 17 e i campi vennero venduti a pezzettini giorno dopo giorno.
E anch'io vi dico di non avere paura a fare le cose, rimboccarsi le maniche e creare qualcosa fa bene al cuore. E se qualcuno vi dice che siete troppo vecchi per mettere su famiglia, prendo la mia vecchia fionda e non vi dico dove prendo la mira.
Ci pensate, io sono classe 1886, mica uno scherzo. E mi racconto di padre in figlia, perché chi scrive é la mamma di Love, e io sono morto prima che lei nascesse. Mi racconto attraverso le briciole che mio figlio, nonno di Love, le ha raccontato.
Non sapevo né leggere né scrivere e non avevo da mangiare, venivo da un posto vicino a Cassino e, come tanti a quei tempi, presi i miei due stracci ed emigrai.
In Canada. Avevo 15 anni. Voi ridete di quelle vecchie canzoni come "Mamma mia dammi 100 lire che in America voglio andare". Voi non avete visto la sagoma della vostra città diventare sempre più piccola nel riverbero del sole e poi sparire per sempre.
Quante gente diversa, povera gente, criminali pronti a tagliarti la gola se ti addormentavi, signore audaci.
Mi imbarcai come mozzo. purtroppo non ho raccontato tanto di quegli anni, se non che la vita era dura, durissima, sempre per mare. Ma ero il più giovane, e i marinai si affezionarono a me. Io lavoravo e mettevo via tutti i soldi, perché volevo aprire un ristorante, da bravo italiano emigrato.
Arrivai nel nord della Scozia. Misi piede a terra e una strana sensazione di casa mi attraversó, come se avessi sempre vissuto lì. E mi ci stabilii.
Io e la mia pipa a forma di testa di leone, so che qualche vecchio abitante ha raccontato di me alla mamma di Love, dicevano che ero l'italiano che sembrava uno scozzese, un grande complimento.
Aprii un bar e, per un attimo, mi fermai a guardare seduto su una sedia del mio bar all'aperto. A tutte le persone che avevo incontrato, a com'era grande il mondo. E a 65 anni, mi sentii improvvisamente solo.
A quel tempo il mondo non era pieno di single, e mi sentii ancora più solo. Feci un salto in Italia, anche se l'italiano me l'ero quasi dimenticato.
Erano tempacci, si avvicinava la seconda guerra. Si vedeva giá dal treno per arrivare in Italia, che passava dalla Francia, che c'era qualcosa di brutto nell'aria.
Incontrai la bisnonna di Love. Lei non rideva del mio italiano, era nata e cresciuta a Parigi, e anche il suo italiano era divertente, pieno di buffet e controbuffet e parole. E la sposai, e avemmo i nostri due bambini.
In piena guerra.
I tedeschi misero il quartier generale a casa nostra. Io stavo zitto perché il mio italoinglese non andava bene. Un giorno alla bisnonna cadde un bicchiere e le venne da arrabbiarsi in francese. il capitano tedesco si avvicinò e .... cominciò a parlarle stretto stretto in francese. Era dell'Alsazia e si sentiva francese, la sera giocavano a carte e chiacchieravamo quando tutti dormivano.
Poi la guerra fini e non c'era lavoro. Tutti i parenti si riunirono intorno a noi. A mangiare eravamo in 17 e i campi vennero venduti a pezzettini giorno dopo giorno.
E anch'io vi dico di non avere paura a fare le cose, rimboccarsi le maniche e creare qualcosa fa bene al cuore. E se qualcuno vi dice che siete troppo vecchi per mettere su famiglia, prendo la mia vecchia fionda e non vi dico dove prendo la mira.