A lucca...

[livia albano]

a me l'affitto...........!

[federica]

Forse non mi sono spiegata...
Dal fare ordine nella propria testa, può nascere la decisione di non lavorare più o la decisione di lavorare meno, come o più di prima. Dipende esclusivamente dal modo di sentire di ognuna di noi. E una strada non è giusta o sbagliata. Diventa la strada migliore per ogni singola persona. E' che non mi piace che ci sia una "rinuncia" a priori, non mi piace sentire mamme che, pur volendolo, abbandonano i propri sogni... E' dura, è faticoso, i sacrifici più alti li fa la mamma, ma perchè, se lo si desidera, bisogna arrendersi? Perchè bisogna cedere il passo sempre? Perchè deve essere scontato che è la mamma che "rinunciare"Ecco quello no. A questo non ci sto. E, sinceramente, me ne piglio di critiche per questo... critiche che mi amareggiano anche. Vabbè lasciamo perdere questo, che non c'entra.
Aggiungo una amara banalità: spesso, quasi sempre, una mamma lavora anche perchè ha bisogno di soldi per vivere.
Io lavoro perchè tutti i mesi arriva la rata del mutuo, già che mi tocca di lavorare, per come sono IO, cerco di farlo con passione. Se potessi, non lavorerei? Non lo so, non ci ho mai pensato, tanto non è possibile....
Per come sono io -me lo dice sempre anche quell'orso di mio marito- qualsiasi lavoro facessi, riuscirei a buttarmici fino al collo, a non riuscire a mollare finchè non ho finito, finchè non ho "risolto" il problema del momento.

[solestellato]

Silvia e Anto anche io la penso come voi, vorrei godermi di più i figli e preferisco essere una buona mamma anziché una brava impiegata. Ma il lavoro serve e bisogna tenerserlo!

Lo so....ci mancherebbe altro....non mi lamento perché lavoro...pensa quelli che un lavoro non ce l'hanno
voglio solo dire che per me in questo periodo della mia vita lavoro= guadagno e nient'altro

[cheti]

fede... ricordi quando dicevamo che probabilmente dalla cruna dell'ago c'eravamo passate allo stesso modo... vedi le similitudini fra me e te non si fermano là... la penso esattamente allo stesso modo tuo.

non ci sto a rinunciare ai miei sogni... e per carità mica i miei sogni sono esclusivamente il realizzarmi nel lavoro... no... ce ne serebbero di cose che vorrei fare e che farei con passione... ma inutile pensarci... ho da lavorare... come tante di voi... e allora visto che devo farlo voglio farlo con passione...
direte voi... non è una cosa che si può scegliere, quello di avere passione per il proprio lavoro... ma io sono diventata mamma a 36 anni e per 36 anni ho fatto tutto con passione... qualunque lavoro l'ho sempre fatto con passione, mi ci sono sempre calata fino al collo: la schampista nelle estati dei primi anni del liceo, le lezioni di greco e latino degli ultimi anni, le lezioni di matematica e di fisica dei primi anni universitari, l'assistente al prof universitario degli ultimi anni universitari, i rilievi agli edifici storici per poi studiarli e capirne le sovrapposizioni architettoniche nel corso dei secoli, quelle erano le mie vacanze degli ultimi anni universitari, con alcuni professori che facevano quel tipo di ricerche e con cui parlavamo fino a tardi di tante cose nelle fresche sere di volterra (la conoscete volterra, in provincia di pisa... ecco io là ho quasi studiato tutto, le mura etrusca, le chiese i palazzi..)... e poi il mio studio ...il mio lavoro che è stato cercare lavoro... e cavolo quanto è stato difficile trovarli i lavori, aprire uno studio dal niente... e poi farli i lavori che diciamocelo pure non basta essere stata un buon studente universitario per saperli fare i lavori... che è tutta un'altra cosa...

ecco io dico che in questi due ultimi anni la passione in me si è spenta... però se guardo indietro io ho sempre fatto tutto con passione, ricordo ancora di quanto ero soddisfatta nel fare la shampista, sì dai... la schiuma fra le mani, l'acqua che scorre, l'uso del miscelatore che devi stare attenta che l'acqua non scotti e nemmeno sia fredda e poi prendere gli ordini per il caffè, andare al bar e trasportare l'enorme vassoio di tazzine... non far cadere una goccia di caffè mentre cammini per il vialetto accidentato... oh, son soddisfazioni, non credete?... almeno lo erano per me quattordicenne di allora...

... insomma sento il bisogno di ritrovarmi, perchè appena mi ritrovo so che ritrovo anche la passione, perchè io l'ho sempre avuta, fa parte del mio dna... ed il fatto che questo mio stallo coincida con questi due anni di mamma può anche essere un caso.. magari che ne so... finivo in ospedale per una semplice appendicite e quando ne uscivo ero senza passione comunque, anche senza un figlio, anche senza un figlio prematuro.

[scpromec]

Cheti...parole sante!!!!!!!!!!!!!!!! Spero che il mio carattere da VERO LEONE riemerga!!!!!! Baci Milly

[Lorenza]

Per come sono io -me lo dice sempre anche quell'orso di mio marito- qualsiasi lavoro facessi, riuscirei a buttarmici fino al collo, a non riuscire a mollare finchè non ho finito, finchè non ho "risolto" il problema del momento.

Anch'io mi sento così...e questo argomento è ancora piuttosto "caldo" per me; il motivo per cui io dico di aver lasciato la professionista che ero nell'altra vita, prima della nascita di Davide, è che allora io lasciavo tutto quello che avevo al lavoro (ed era veramente tanto) e tornavo a casa senza avere assolutamente nient'altro da dare a nessuno....da quando c'è Davide è una realtà che davvero non desidero più vivere e, non sopportando nemmeno l'idea di lavorare male, ho cercato un compromesso (eh sì, un compromesso): ho cambiato modalità di lavoro, meno guadagno, meno soddisfazioni ma "un po' di Lorenza" da dare alla mia famiglia; non so se sia davvero giusto accettare compromessi del genere, so però che questa scelta è stata molto difficile ma mi è sembrata l'unica possibile; adesso vedo che porto comunque tanto cuore e passione nel lavoro che faccio ma la professionista di prima è certamente rimasta nell'altra vita.

[luna]

non so se sia davvero giusto accettare compromessi del genere,

Credo che le scelte più giuste siano quelle che ti fanno stare bene con te stessa e col resto del mondo!

[federica]

Lorenza, è quello che intendevo: non ci sono scelte giuste o sbagliate in assoluto. magari.... c'è solo la scelta migliore per te. E già non è facile trovare quella....

[Silvia]

D'accordo con voi...
La scelta giusta e' quella che senti piu' vicina a te...ma io purtroppo nn la posso fare perche' ho un mutuo da pagare, spese varie e sono costretta a fare questo lavoro che tutto sommato nn è pagato male..ma forse nn mi affascina piu' come una volta e va a scapito del mio benessere...

C'è un conflitto di interessi ecco il problema..

Il mio cuore dice una cosa..la mia testa (o meglio il mio portafoglio) ne dice un'altra..e ora come ora sono costretta a seguire la testa ahime'...

e un pochino soffro..

[Cinzia]

Da parte mia credo che più che passione sia senso del dovere... Nella mia vita precedente (pre-Sere) il lavoro è sempre stato il mio primo impegno, la stima dei miei capi e colleghi la mia ambizione maggiore. Poi è arrivata Sere, al mio rientro la mia azienda (o meglio il mio fantastico direttore generale) mi ha offerto di cambiare lavoro e di fare il telelavoro (il lavoro che svolgevo prima non era compatibile con il lavoro da casa) andando in azienda solo due volte a settimana. Ho accettato, ma mi sono sentita così... come dire.. "in difetto" nei confronti dell'azienda, che ho cominciato a lavorare come una pazza, molto di più che se fossi stata in ufficio. Sere aveva un anno di età anagrafica ed era appena reduce da un intervento all'intestino; stava con i miei suoceri, ed io chiusa da mattina a sera in una stanza a lavorare. Mi ricordo che una volta stava male, aveva un brutto broncospasmo che il pediatra non si era sentito di gestire da casa e quindi aveva detto di portarla all'ospedale, bé io nemmeno lì sono andata, perché "non mi sembrava corretto". O una vigilia di Natale passata fino alle 21.30 a finire un documento.... Poi, dopo qualche mese, con un briciolo di lucidità, ho rinunciato al telelavoro e sono tornata in azienda, perché ho capito che così potevo "staccare" un po' di più. Ora la situazione è particolare... A giugno 2009 l'azienda si trasferisce a Milano, ed io ho già detto che darò le dimissioni. Il senso del dovere c'è sempre, la motivazione ovviamente non più. Non so cosa farò, nel mio settore qui nei dintorni non c'è praticamente altro... d'altra parte anche se penso che finora Sere non ha risentito della mia poca disponibilità (tra nonni e asilo è seguita e tranquilla), forse ne ho risentito io...
Poi ora a settembre inizierà le elementari.... ecco sì, anche a me piacerebbe un lavoro-compromesso....