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MI RIPRESENTO, PIACERE ERIKA!

MessaggioInviato: 25 gen 2012, 21:20
da erika77
Come vi avevo promesso, eccomi a parlarvi di me. Non so se l'area giusta sia questa, se il moderatore lo riterrà opportuno, sposterà l'argomento. Gran parte della mia storia la conoscete già... Il 24 marzo del 96, a 18 anni, ho conosciuto Stefano, è stato amore a prima vista. Dopo pochi anni vivevamo già insieme e sognavamo una casa, un bambino, una famiglia normale. Di li a poco i nostri sogni si sarebbero infranti, perchè dopo un anno che non succedeva niente, decidiamo di fare i primi controlli e scopriamo di non poter avere figli. All'epoca non c'erano tutte le tecniche di oggi e soprattutto quelle che esistevano erano per una piccola èlite di persone. Gli anni passano, riversiamo tutto il nostro amore sul nostro cane, che viziamo e trattiamo come una bambina, la nostra Toffee che oggi ha poco più di dieci anni. Non ci diamo però per vinti e nel frattempo ci facciamo seguire e curare al policlinico Umberto I a Roma, dove per tre (e dico tre!) anni, cercano di farmi una isterosalpingografia... ma non riescono, perchè nonostante le mille cure, ogni volta che faccio il tampone preventivo, risulta un diverso tipo di candida e tutto ricomincia daccapo. Un bel giorno, ci dicono che questa benedetta salpingo si deve fare per forza se voglio fare una fecondazione e quindi mi chiedono di firmare una carta, dove mi assumo tutte le responsabilità nel caso in cui un'infezione mi salga nelle tube.... Non ci penso due volte, dico di no! E per tutta risposta, dicono che non possono più seguirci, trasferendoci dal primo al terzo piano, da Agostini a Aragona. Tale medico, ci ha seguiti per circa nove mesi, ma... dire che ci ha seguiti è una falsità, dal momento che non lo abbiamo mai conosciuto essendo ricevuti ogni volta da dottoressine tirocinanti che con le loro domande ci mettevano solo in imbarazzo. In questi quattro anni, abbiamo rigorosamente compilato una bella griglia, nella quale dovevo riportare la temperatura basale giornaliera, ogni volta che avevamo rapporti e le cure che facevo. Dopo quattro anni, ci rendiamo conto che siamo diventati schematici, che amarci la sera non è più un piacere, ma un dovere finalizzato a soddisfare il giorno "migliore" dettato dalla temperatura basale e non noi stessi.... Non ne possiamo più, buttiamo via tutto e nonostante aleggiasse un pò di crisi e stanchezza nel rapporto, ci impegniamo per resistere e riusciamo a comprare con enormi sacrifici questa casa, in una piccola località al mare e passiamo le domeniche a passeggiare sul litorale. Per trasferirci, dovetti lasciare il mio lavoro a Roma divenuto troppo distante e sbarcare il lunario con uno stipendio e far fronte al mutuo, fece aumentare le incomprensioni e quella maledetta crisi che ogni tanto faceva capolino come un fantasma, ricordandoci di quel vuoto incolmabile che avevamo. Passammo due anni da incubo in cui non ci odiavamo, ma ci ignoravamo... Il più delle volte, mi chiedevo cosa facessimo ancora insieme. Per non pensare, mi buttavo come una matta nel lavoro (che nel frattempo ebbi la fortuna di trovare) e prima di attaccare alle 11 (fino alla sera), pulivo casa come una mezza scema dalle 6 del mattino! Poi, un giorno qualcosa è cambiato. Entrambi abbiamo cominciato a riavvicinarci e il vecchio sogno è tornato a bussare... Al mio lavoro conobbi una ragazza che aveva fatto un'icsi con grande successo e iniziai a parlarne con Stefano. Eravamo perplessi, ma una visita ginecologica non ha mai fatto male a nessuno... quindi andammo da questo ginecologo. Parliamo di noi, della nostra storia e lui ci dà una serie di esami da fare e il nome di un genetista. Non abbiamo avuto tanto da dirci, quello era un segno, il nostro cammino... il nostro futuro. Penso sappiate tutte in cosa consistono gli esami preliminari e la preparazione che occorre fare per un'icsi. Non è robetta da poco, ma l'umore era buono e ci sosteneva. Arriva il giorno atteso, mi aspirano undici ovuli e fecondano i tre migliori con il seme di Stefano. Il giorno dopo il genetista ci contatta... Signora, mi dice, non solo si sono sviluppati tutti e tre gli embrioni, ma hanno una composizione non monocellulare, ma pluricellulare... me la aspettavo così domani! Venite domani stesso, che facciamo l'impianto! Quando ci ha chiamati, stavamo ritirando la macchina nuova e ci chiedevamo.... sarà abbastanza grande per tre seggiolini? Il giorno dopo, le tre vite nate dall'amore del desiderio anzichè quello fisico, erano dentro di me. Avevo paura di fare qualunque movimento, anche di sedermi. Mi tenevo la pancia come a volerli proteggere. Dopo qualche giorno, dovevo fare le beta. Mi stavo preparando per uscire e al telegiornale danno la notizia del terremoto in Abruzzo, il 6 aprile. Dentro di me, sento uno strano presentimento... Faccio le analisi e mi dicono che per pranzo sono pronte... Mentre sto per andarle a ritirare, mi viene uno pseudo ciclo e ricordo che il mondo mi crollò sulle spalle. Ritiro le beta, erano altissime, come se fossi al secondo mese. Chiamo il genetista che mi dice che è probabile che l'impianto abbia ceduto, ma che il giorno dopo dovevo ripetere le beta. Le ripeto, erano raddoppiate! Il genetista pensa che abbia perso un embrione e si dice sollevato. Tutto procede tranquillamente, ripeto le beta ogni settimana e aumentano sempre. A sette settimane, ho la prima ecografia prenotata, ma a 6 settimane, di nuovo tante perdite. Prendo il tranex (ovviamente oltre a miliardi di altri intrugli già da prima della fecondazione) che blocca le emorragie, ma devo fare un'ecografia d'urgenza. Il medico comincia ad eseguire l'ecografia senza parlare e dopo poco mi dice che ci sono una,... due,... tre camere con embrione! E ci chiede se vogliamo sentire i loro cuori. Che emozione! Sembravano piccoli cavallini impazziti! Ogni ecografia, un'emozione nuova e i piccoli crescevano a dismisura, con le misure di una singola gravidanza ognuno! La gravidanza è tricoriale triamniotica.... tre bimbi, tre sacchi, tre placente. Felici e contenti, ce ne torniamo a casa, ma questa felicità sarebbe durata poco. Faccio il bitest e uno dei tre gemellini ha un altissimo rischio per una trisomia. Ci dicono che potrebbe essere una cisti nella testa che lo porterà alla morte. Vi lascio immaginare come ho passato quel periodo... Ma le disavventure continuano, perchè una notte a 13 settimane sento lo stimolo irrefrenabile di urinare e questa pipì proprio non vuole fermarsi. Finito lo stimolo, sento delle goccioline che cadono... Stupida, stupida, stupida mille volte aspetto la mattina e chiamo il ginecologo che mi dice di raggiungerlo al ps e lì mi visita. Per lui è tutto a posto, ho avuto una scarica ormonale. Mi mette in sala di attesa per un'ecografia e me la fanno A MEZZOGIORNO! Il sacco in basso è vuoto, totale assenza di liquido, ma il cuoricino batte. Il gine mi ricovera e mi fa mettere direttamente in sala travaglio, dove secondo lui di li a poco avrei abortito. Chiamo il genetista, impaurita e disperata e lui mi calma dicendomi che ha fatto la selezìone migliore. Non abortisco e mi mettono nel reparto, dove rimango per due settimane. Vengo dimessa senza indicazioni, se non con le solite medicine e con l'aggiunta di antibiotico orale. Il gine mi consiglia di rivolgermi ad una struttura adeguata verso la ventesima settimana e di fare ecografie frequenti per monitorare il feto dal sacco rotto che potrebbe riassorbirsi o uccidermi. Credo di impazzire e penso al gemello con la trisomia e a quello con il sacco rotto... e mi chiedo: sarà lo stesso gemello? Sarà una selezione naturale? Speriamo! Passa il tempo e ad ogni ecografia, questo cuoricino batteva e batteva. Scopriamo che arriveranno due bimbe, ma Samuele diventa Samuele solo alla morfologica. A diciotto settimane, vado a fare una visita direttamente al Gemelli e lì sono scandalizzati... mi ricoverano subito e quando racconto la mia storia si meravigliano: il gine mi avrebbe dovuta far trasferire subito da loro o struttura simile e non mandarmi a casa con una stretta di mano! Rimango a letto fino al momento del parto che è improvviso e inarrestabile. Mi fanno subito una dose di cortisone, ma se non se ne fanno almeno due ventiquattro ore prima del parto, servono a poco. I polmoni in assenza di liquido non si formano! Ogni volta che misuravano il liquido, l'afi era uguale a zero, sempre! La mattina del 31 agosto le contrazioni sono già forti e fanno di tutto per bloccarle. Ho anche la sfortuna di essere punta da un'ape! Dopo dodici ore di travaglio, nasce Samuele. E' piccolo, ma farlo uscire senza liquido mi ha completamente lacerata. Non lo sento piangere, ma solo rantolare. Fanno di tutto per rianimarlo ma alla fine si arrendono. Chiedo di vederlo e me lo mettono vicino. Ha gli occhi aperti e sembra guardarmi e dirmi con gli occhi "mamma, ce l'ho messa tutta!" Lo bacio sulla fronte, è caldo e so che a breve morirà. E' rimasto in vita fino alla soglia della sopravvivenza per salvare le sorelline, per dar loro una possibilità di vita. Non faccio in tempo a fare questi pensieri, che i dolori diventano fortissimi. I medici speravano che avrei continuato la gravidanza dopo l'espulsione, ma in dieci minuti, mi narcotizzano, intubano e nascono le piccole. Al risveglio non capivo niente se non il senso di vuoto e paura... ero sola, non sapevo se i miei familiari erano fuori. Volevo i miei bambini. Fanno entrare Stefano e mi dice che le bambine sono piccole e sono intubate. Quella in condizioni cliniche migliori è stata trasferita al S.Giovanni per mancanza di posti. La mattina dopo sono già in piedi e il pomeriggio sono in tin dalla piccola. Non riesco ancora a capire chi delle due bimbe è, fin quando mi dicono che la seconda gemella (in ordine di nascita) è quella che avevo a destra. Ok, so che sto conoscendo Melissa. Mi dico che è veramente piccola, ma la macchina la aiuta a respirare e presto crescerà. Dovrò fare avanti e dietro con l'ospedale, ma prima o poi verrà a casa... e chi pensava a tutti i problemi che sarebbero arrivati! Le operazioni, le infezioni, la rop, le trasfusioni, il reflusso, il calo fisiologico.... Mi dimettono e vado a conoscere Romina. Era quella che stava meglio, mi sarei dovuta rincuorare... Il professor Ricci mi accoglie dicendomi "Ma che m'hai portato? Un grappolo d'uva acerba! E come lo faccio il vino???" Mi mette di fronte al fatto che Romina lottava con la morte e che se mai fosse venuta a casa, dovevo mettere in conto che poteva essere cieca, o sorda, o addirittura cerebrolesa. Ho imparato che tutte le situazioni si possono gestire se ami tuo figlio, ma erano cose da dire in quel modo? Entro per vedere Romina e al contrario di Melissa che dormiva sempre, Romina era un continuo dimenarsi di braccia e gambe. Faceva schiuma dalla bocca e l'ambiente in cui era, non mi piaceva. Le infermiere facevano le oche con i medici e se la bimba desaturava, dovevo chiamare io per far aumentare l'ossigeno. Quando la sera andavo via, ero preoccupatissima... Al gemelli, invece c'era tutt'altra professionalità ed ero tranquilla. E' difficile farvi un sunto delle emozioni che ho provato in quei 15 giorni. Il giorno in cui abbiamo celebrato il funerale di Samuele, ci informano che Melissa ha il dotto di Botallo aperto nonostante le terapie farmacologiche . Deve essere operata. Il pomeriggio firmiamo le carte per l'intervento e la sera ci chiamano che Romina si è aggravata, sta per morire. Dovrei aprire una lunga parentesi su questi tre giorni in particolare, ma cerco di spiegarvi brevemente. In caso di parto gemellare e con morte di un gemello, una coppia non sposata come noi, non può registrare la nascita all'ospedale, ma all'anagrafe centrale. Alle dimissioni, quindi, abbiamo registrato le gemelle, ma Samuele non poteva essere prelevato per il funerale e sapete perchè? Perchè i bimbi nati sotto le 28 settimane che non respirano alla nascita, sono considerati prodotti abortivi e per fare regolare funerale, bisogna richiedere il nulla osta all'asl di competenza. Riuscite ad immaginare tutti i disagi? Al rientro dal funerale, trovarsi poi con due bimbe in fin di vita non è che sia il massimo. Forse vi starete chiedendo come faccio a parlare così freddamente e lucidamente.... ma vi posso assicurare che quasi non vedo lo schermo per i pianti che mi sto facendo. Sono tre giorni che scrivo salvando una bozza dietro l'altra e ci metto secoli per riordinare le idee prima di scrivere. Affrontare certi argomenti poi non è facile. Per rendermi conto di tutte le cose che sono successe e per affrontarle e superarle ci sono voluti due anni di psicoterapia. Per il bene di Melissa mi sono fatta curare e da dicembre, dall'ultimo follow up la nostra vita è cambiata. Melissa è intelligente, il suo comprendonio , il suo apprendimento e le sue competenze sono in linea con l'età corretta. Il linguaggio è un pò indietro, ma i medici sono ottimisti. Unico neo, gli occhietti, ma la bimba è indipendente. Siamo usciti da un incubo e abbiamo ritrovato un pò di serenità familiare. Questo nuovo stato d'animo ci ha fatto assaporare la nostra normalità, quella che già avevamo ma che non apprezzavamo presi dal terrore per il futuro. E' in virtù di questo che stiamo valutando l'idea di allargare la famiglia, anche per dare una compagnia certa a Melissa, qualcuno che la potrà sostenere in futuro. Non so se ciò si verificherà, lo spero. Non ho mai saputo se quel bi test aveva ragione, ma mi piace pensare che quell'ape sia stata di buon auspicio, visto che l'etimologia del nome Melissa vuol dire proprio ape.... Vi ringrazio tutte per avermi invogliata a scrivere di me, mi ha fatto bene e credo sia la prima volta che mi racconto apertamente per intero (oltre alle sedute). Vi chiedo scusa per la lungaggine, forse facevo prima a scrivere un libro seguendo l'esempio di Silvia! E quanto avrei avuto da raccontare, se non avessi voluto e dovuto riassumere....

 


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