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Elena 29+1

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Elena 29+1

Messaggioda Barbara&Elena il 12 gen 2012, 11:19

Eccomi qua con la nostra storia… finalmente. Solo ora che il 2011 è alle spalle e vedo tutto sotto una luce più limpida e serena che riesco a raccontare.

Anche se tutto inizia in realtà nel 2010. Era ottobre ed abbiamo iniziato il trasloco nella casa che era dei miei nonni, dopo averla restaurata. Io non sapevo di essere già incinta! A metà ottobre infatti, con qualche giorno di ritardo rispetto la data che doveva essere, ho il ciclo – o per lo meno credo che sia il ciclo. E’ un sanguinamento più leggero del solito e dura solo un giorno. Penso sia colpa dello stress del trasloco e dello stress al lavoro (stavo organizzando una fiera). Mi dispiace non essere ancora incinta ma dopo tutto abbiamo iniziato a cercare un bambino solo a fine settembre. Il 31 ottobre di nuovo un sanguinamento, ecco saranno arrivate finalmente! Invece di nuovo solo un giorno. Intanto il seno mi faceva molto male e spesso avevo dei capogiri. Penso di avere qualcosa che non va e prendo appuntamento dalla ginecologa. Il novembre mi visita e mi dice “ma tu sei incinta!!!” e vedo il cuoricino battere sullo schermo. Mi chiede la data dell’ultima mestruazione (14 settembre) ma dall’ecografia sembro essere solo a 6 settimane perciò la aggiorna spostandola al 23 settembre (anche se sono STRASICURA che la data giusta sia il 14 settembre, me lo ricordo bene perché ero in fiera e non stavo molto bene). Però alla fine la cosa importante è che io sia incinta! Con la “mia” data il parto dovrebbe essere il 21 giugno, con la data posticipata il 30 giugno.
Il giorno dopo però continuo a non stare molto bene, ho sempre dei capogiri. E’ venerdì, rimango a casa dal lavoro e penso che avrò il fine settimana per riprendermi. Il sabato trascorre sul divano rilassata e felice. Ma alla sera scopro del sangue negli slip!!! Di nuovo!!! Avevo scordato nella grande gioia di raccontare alla dottoressa di quei sanguinamenti che avevo avuto e che avevo scambiato con il ciclo. Corriamo al pronto soccorso dove vengo accolta da un medico svogliato e scocciato che mi dice che nel primo trimestre è inutile correre al pronto soccorso per queste cose perché tanto se si è perso il bambino non c’è nulla da fare. Mi fa un’ecografia ed il battito è ancora lì, non ci sono segni di distacco. Mi prescrive un’urinocultura, dice che sarà una cistite e mi rimanda a casa. La settimana dopo, il lunedì, di nuovo e vado dalla mia ginecologa. Ancora tutto a posto. Mi dice di starmene un po’ tranquilla. Rimango a casa una settimana. Poi un altro sanguinamento ancora più abbonante, ma Elena è sempre lì. Mi mette a riposo un’altra settimana ma non in gravidanza a rischio, appena sto meglio potrò tornare a lavorare. A dicembre non sanguino più e torno al lavoro. Mi accoglie la mia capoufficio con una marea di compiti noiosissimi (tipo fare l’archivio). Ormai ho detto di essere incinta, perché viaggiavo per lavoro e facevo fiere, cosa che è meglio non fare ora, perciò ho dovuto dirlo. Non ho più i compiti di prima neanche in ufficio, mi sento un po’ declassata (ero la responsabile del settore Germania ed ora faccio l’archivio… ma non mi interessa, sono troppo felice per l’arrivo di Elena). Arriva la 12esima settimana (con la “mia data è già passata da una settimana) e penso “è fatta!”. Mi avevano detto che dopo il primo trimestre è tutto in discesa.
A febbraio ho la morfologica. Tornata in ufficio al pomeriggio mi convoca il mio capo per chiedermi quando rimarrò in obbligatoria e “che cosa farò dopo”. Mi fa capire che non c’è posto per me se non potrò viaggiare. Per me è un duro colpo. Cioè, sapevo quali sono i miei compiti in azienda, ma dopo 5 anni speravo di poter rimanere, anche solo part time, anche solo a fare bolle e fatture… Da quel giorno andare al lavoro diventa sempre più pesante: a quel punto so che dovrò istruire la mia sostituta che prenderà il mio posto PER SEMPRE. La mia capoufficio mi consegna lavori sempre meno gratificanti… faccio il conto alla rovescia: dopo tutto starò a casa a metà aprile (per l’INPS la mia dottoressa ha considerato la “mia” data). La mia capoufficio mi chiede se andrò all’ottavo mese, le ricordo che io ho avuto pure delle minacce il primo trimestre e voglio rimanere a casa il settimo. Mi dice che tante donne hanno avuto minacce e poi arrivano alla 41esima!
Però le mie visite di controllo vanno bene: pressione perfetta, analisi del sangue perfette, urine perfette, collo dell’utero chiuso, liquido perfetto, crescita della bima appena sopra al 50esimo percentile… insomma, nonostante lo stress non c’è motivo di rimanere a casa. Inizio a sognare il parto. Intanto il tempo è meraviglioso e mi concedo lunghe passeggiate ogni volta che posso: ho messo su troppi chili e mi hanno consigliato di fare passeggiate.
Fino a quel 9 aprile. Era un sabato. Inizia alla grande. Sole, caldo. Una bella passeggiata al mercato con la mia migliore amica. Il pomeriggio shopping con Nicola. Compro una fascia “reggi pancione” perché a camminare lo sento pesante. Per essere alla 28esima settimana ho davvero un bel pancione… La sera prenotiamo in un ristorante sul mare e il panorama mi riempie il cuore di gioia. Non vedo l’ora che Elena possa vedere il sole ed il mare, cosa c’è di più bello??? Usciti dal ristorante non mi va di passeggiare, ho il pancione pesantissimo. Andiamo al cinema piuttosto. In auto mi accorgo che ho ancora la fascia, è talmente comoda che ho cenato con la fascia. La tolgo perché ormai sono seduta e sento una gran “botta” verso il basso. Penso che Elena mi abbia dato un calcio per vendicarsi della fascia, perché magari si sentiva stretta.
Dopo poco (siamo già arrivati a Ravenna, dal mare ci sono pochi km) mi sento bagnata in mezzo alle gambe. Penso che siano di nuovo quei maledetti sanguinamenti! Corriamo al pronto soccorso. Appena scesa dalla macchina scorre acqua lungo le mie gambe. E’ terribile! Non voglio camminare. Mi sdraio nel parcheggio e dico a Nicola di andare a prendere qualcuno. Tarda ad arrivare. Mi muovo verso l’entrata ma l’acqua scorre e mi sdraio sul vialetto non lontano dall’entrata. La gente mi gira al largo, mi avranno presa per tossica. Si ferma solo un uomo, straniero, con un bambino per mano “ha bisogno signora?” “mi si sono rotte le acque” rispondo. “Ci siamo allora!” esclama tutto felice. “Ma non ho neppure completato il settimo mese… mio marito è andato a cercare qualcuno!”. Lui mi dice che proverà a chiedere aiuto anche lui. Poi arriva Nicola con 2 infermieri e una barella. Mi portano di sopra e tremo come una foglia. Mi fanno subito un tracciato. Elena sta bene. Mi dicono che il tracciato segna forti contrazioni. Io però non le sento. Ogni tanto, nei momenti in cui ero più nervosa, ho sentito anche nelle settimane prima delle “strette” in basso, ma mai dolorose. Sapevo che è normale avere piccole contrazioni non dolorose e sporadiche. Non mi sono mai preoccupata. Non volevo correre al pronto soccorso magari per una stupidaggine e dopo il modo in cui ero stata trattata la prima volta. Ma questa volta la cosa è seria: mi dicono che ho ancora liquido (si vede che ne avevo davvero molto), che Elena può rimanere dentro alcuni giorni se non ho contrazioni. Sono alla 28+2 (secondo la data della mia dottoressa, quella che loro prendono per buona. Secondo la mia sono già alla 29 e passa) vogliono guadagnare giorni. L’ideale sarebbe fino alla 30, il “minimo” 48 ore per farmi il bentalan. Mi ricoverano con flebo per bloccare le contrazioni e una flebo con un antibiotico per evitare infezioni, visto che ho il sacco rotto. Poi la prima dose di Bentalan. Mi portano in una stanza e… c’era una ragazza che conosco! Aveva partorito il giorno prima. Almeno una faccia conosciuta, lo prendo per un buon auspicio. Non ho contrazioni, dal tracciato Elena sta sempre bene e passano 48 ore. Il medico mi dice che devono valutare quanto attendere perché col sacco rotto ci sono pericoli di infezione. Gli chiedo quante speranze ha Elena. Non conosco il mondo dei prematuri, non ne ho un’idea di quello che ci attende! Mi dice “La sua non è una gravidanza fisiologica, i bambini devono stare in pancia 9 mesi”. Ok, fino lì ci arrivo, ma che speranze c sono? Mi dice “che vuole che le dica? Siamo alla 28esima settimana, la bimba pesa poco più di 1 kg… può sopravvivere ma non è detto che abbia una buona qualità di vita, potrebbe essere cieca o sorda… potrebbe avere una crisi respiratoria… non sono un veggente e non so come andrà”. Ogni giorno dopo la visita scoppiavo in lacrime. Una volta mi ha detto “non ci sono infezioni per ora. Però può essere che lei non abbia infezioni e la bambina sì. Non si può essere sicuri”. Finché programmano il cesareo per il 15 aprile (sarà la 29+1). Penso sempre alla “mia” data, con la “mia” data sarà la 30 più qualche giorno. Il cesareo è programmato per le 11 del mattino, la notte però mi vengono le doglie e mi fanno un cesareo d’urgenza. Elena piange appena nata! Apgar 7 e poi apgar 9: sta bene ed è vitale!!! Pesa più dello stimato, 1,285 kg, esattamente sul 50esimo percentile. E’ lunga 39,5 cm (sempre sul 50esimo) ed ha una CC di 28 cm (90esimo). La intubano ma la stubano quasi subito. Alla mattina è già autonoma.
Dicono che è bella tosta!!!
Dopo 2 giorni mi dimettono. Ed inizia il su e giù tra Bagnacavallo e Ravenna (una ventina di kg). Le visite sono dalle 11:30 alle 12 e dalle 17 alle 19. Ogni volta sono lì, non manco una visita!!!
Dopo 5 giorni ricoverano anche mio padre, per una crisi respiratoria. In un altro ospedale però. Inizio a fare la pendolare tra casa, Ravenna e Lugo (dove era ricoverato mio padre. Rimarrà anche lui 40 giorni, come Elena). Quel giorno è stato il più brutto: arrivata da Elena con l’angoscia per mio padre, anche Elena non sta bene. Ha vomitato bile. Mi dicono che potrebbe essere l’ombellicale. Oppure un’occlusione intestinale. Scoppio a piangere. Non ce la faccio ad affrontare tutto! La sera però sta bene: le hanno spostato la flebo sul braccio e fatto un sondino, tutto è rientrato. Non dovrà essere operata!
Il resto lo conoscete: bradicardia, anemia, desaturazioni, reflusso…. Però cresce. A metà maggio è già 1,700 kg e mi dicono che presto uscirà in cullina! Nel frattempo mi fanno iniziare la marsupio. Non mi hanno fatto iniziare prima perché non era stabile. Sognavo anche di notte di poterla annusare, di poterla stringere a me… Quel giorno è stato bellissimo!
Da lì in poi è stato tutto più semplice. Il 18 maggio finalmente una trasfusione che la rimette in sesto e il giorno dopo è già in cullina! Ora le visite sono più frequenti, devo andare alle 10, alle 13, alle 16 e alle 19 per darle da mangiare e cambiare il pannolino. Mi danno la possibilità d rimanere in una stanza all’ospedale dove ‘è una poltrona ed un tavolino, per tirare il latte. Dopo una settimana la dimettono…. Ed il resto è storia!
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