Sotto l’albero.
E' che ci sono momenti che vorresti mettere sotto l'albero. Con un pacchetto col fiocco. Per poterlo scartare e sentire quella carezza calda sul cuore proprio quando serve. Che natale è natale dentro. E l'albero ha le lucine a intermittenza tutto l'anno. Se solo ci crediamo. Frammenti di parole, sguardi, racconti. Anche rubati.
Come quella signora, sabato, dall'aria un pò svanita, che guardando Giulio correre nel suo batuffolo marrone mi ferma mi guarda mi sorride e mi fa signora ma che bello ah bambini gioiosi così non se ne vedono tanti ma che voglia di esserci quel bambino ah nono non se ne vedono tanti e non è un complimento sa? che a me pareva di sentire mia nonno quando guardandoci diceva no perché voi siete brave e belle eh ma no perché siete mie nipoti è che buone come voi ce ne sono pochi e me lo dice sempre anche il maresciallo te lo ricordi il maresciallo? E i frammenti di ricordi sul suo orticello, lui chinato a zappare, le sua pastasciutta che era più buona di quella di mia mamma perché lui la condiva tutta insieme nella pastiera lei invece no, ciascuno nel suo piatto. E poi i suoi racconti che mica capivi se erano favole o stralci della sua vita.
O la signora di stamattina, in fila a comprare il pane. Il suo racconto dolce e divertito sui danni della demenza senile di suo padre. Con una dolcezza e un amore straripanti. E quella frase ... che sono di una tenerezza infinita, i vecchi, quando diventano così.... Che anch'io lo penso. E anch'io lo vedevo fragile e tenero il mio nonno. Dentro e fuori dallo specchio del tempo. Inossidabile, comunque. Che però, semplicemente, si stava consumando occhi, cuore e ricordi. Convivendo con le sue ferite che chissà se erano cicatrizzate tutte o ancora no.
Che io me la sono ritrovata accanto così, quella signora. Perché io ai segni ci credo. Arrivano. Carezze per l'anima. E mi piacerebbe, sì, poter impacchettare frammenti di parole, sguardi e racconti. E farli aprire alla me bambina. Quella che credo non si sia ancora perdonata. Anche se non ha nulla da espiare. Quella che pensa di non essere riuscita a salvare il suo nonno. Per tanto, troppo tempo. E gli ha vissuto accanto impotente. Glieli farei aprire e la guarderei da lontano, la me bambina. Sorridere. Come faccio io. Ora.