Mi chiamo. Chiamo me stesso. Perché nessuno mi ha dato un nome e allora io chiamo me stesso nel buio della notte. Ogni volta che mi sveglio di notte mi perdo. Perché non è mai la stessa casa. Una volta sbatto nella parete che ieri non c'era, una volta nella maniglia della porta.
Qualche volta c'è una luce da seguire, qualche volta no.
Se è estate sono fortunato, alle 3 si vede l'alba e il sole mi fa allentare le dita che stringono le coperte.
Se tutti mi vogliono bene, perché non posso rimanere? Io non prendo tanto posto. Sono piccolo e non so parlare. Mi voglio solo fermare e andare a fare la pipì di notte senza sbattere in qualcosa che non conosco.
Voglio sentire lo stesso russare. Aprire gli occhi e riconoscere i rumori.
Per Sebastian
Vale e Love