da fabio.mosca il 20 giu 2008, 14:49
Gentili Sig. Silvia e Luana,
nella maggior parte dei casi, il reflusso nei neonati è dovuto al fatto che il primo tratto dell'apparato digestivo (esofago e giunzione gastroesofagea) non è ancora completamente sviluppato. L'esofago serve a far passare il cibo dalla bocca allo stomaco. Nel punto di passaggio tra esofago e stomaco c'è una valvola. Questa è fatta di muscoli che formano una specie di anello. Dopo che il cibo è passato dall'esofago allo stomaco, questi muscoli si contraggono e la valvola si chiude. Inoltre la lunghezza dell'esofago nei bambini varia molto in funzione della crescita. Nei neonati l'esofago è molto corto; continua a crescere e ad allungarsi per tutto il primo anno di vita. Anche la valvola tra esofago e stomaco non è completamente formata e termina la sua crescita solo verso il dodicesimo-diciottesimo mese. Questo implica che la sua tenuta sia minore. Quando la chiusura non è completa, il cibo ingerito può ritornare nell'esofago . Quindi il neonato, ed ancor di più il prematuro, hanno una fisiologica immaturità dell’apparato digerente, compreso esofago e sfintere esofageo inferiore. Il sondino naso o oro-gastrico che viene utilizzato per l’alimentazione dei piccoli prematuri non ancora autonomi dal punto di vista alimentare non è di per sé la causa del reflusso anche se ovviamente può favorire la sintomatologia dal momento che, passando attraverso la valvola che collega esofago e stomaco, non permette la chiusura completa di questa. Il reflusso altro non è che la risalita in esofago del materiale acido proveniente dallo stomaco. Nei neonati si manifesta con rigurgito ed emissione di saliva, muco e latte dalla bocca. Di solito è presente in forma lieve e, nella quasi totalità dei casi (circa il 95%), scompare spontaneamente entro 18-24 mesi. Le complicanze nei bambini sono piuttosto rare. Nel 90% dei casi i sintomi tipici del reflusso sono rigurgito e vomito. Oltre al rigurgito e al vomito, il reflusso può avere anche altri sintomi più gravi: in qualche caso, l'acido risalito con il reflusso può entrare nelle vie respiratorie e irritarle. Questo può causare tosse o asma. Inoltre, la presenza di acido nell'esofago può causare infiammazioni e sensazione di bruciore che il neonato esprime con il pianto insistente. In questo caso il reflusso non è più solo un sintomo ma una vera malattia. Il reflusso patologico si ha quando, oltre al rigurgito, sono presenti altri sintomi: esofagite (infiammazione dell'esofago), apnea, broncospasmo, perdita di peso. Riguarda il 10% dei casi. È definito "patologico" perché può portare alla malattia da reflusso gastroesofageo. La caratteristica più importante per distinguere il reflusso sintomatico da quello patologico è il peso del bambino. Se il neonato cresce regolarmente, il reflusso è di tipo sintomatico e non è da considerarsi una patologia.
Per quanto riguarda la terapia del reflusso, questa va continuata fino a quando è necessaria, cioè fino a quando i sintomi del reflusso sono così importanti da compromettere la qualità della vita e la crescita del piccolo paziente.
L'allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) è una condizione patologica caratterizzata da una risposta allergica ad alcune proteine contenute nel latte vaccino ed è differente dall'intolleranza al latte vaccino legata invece al deficit di lattasi (enzima intestinale deputato alla sua digestione). L'APLV clinicamente si manifesta con sintomi cutanei, gastrointestinali, respiratori e può addirittura portare a manifestazioni di tipo anafilattico. L'età media d'inizio della sintomatologia è intorno ai tre mesi ma la malattia può insorgere anche più precocemente. Nei lattanti con sintomi suggestivi per APLV è possibile arrivare ad una diagnosi di certezza mediante l'esecuzione di test cutanei specifici (Prick-test e PricK by Prick), il dosaggio nel sangue delle IgE specifiche (RAST), l'utilizzo di diete di eliminazione e di scatenamento quando la sintomatologia non è IgE mediata. Il reflusso gastro-esofageo potrebbe quindi essere un sintomo dell’intolleranza alle proteine del latte vaccino: la difficoltà sta infatti proprio nella diagnosi differenziale
Prof. Fabio Mosca
Direttore U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale
Cattedra di Neonatologia-Universita' degli Studi di Milano
Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena-Fondazione IRCCS