Gent.mo Prof. Mosca,
con la presente sono a chiedere un parere in merito ai fattori di rischio/beneficio in merito ad una procedura di ablazione, e se lei ritiene che sia effettivamente necessario nel futuro prossimo del mio bambino
Il piccolo a cui faccio riferimento è nato alla 34a settimana, e ricoverano in TIN per distress respiratorio.
A 4 giorni dalla nascita, il posizionamento del catetere centrale, ha scatenato una tachicarchia parossistica sopraventricolare, trattata con flecainide ed aggiunto, in seguito a numerose recidive, il propanololo. Assenza di cardiopatia strutturale. Gli episodi hanno sempre coinciso con stimolazioni esterne.
La terapia è proseguita fino ai 2 anni del bambino, con periodici controlli holter che non hanno evidenziato nessuna TPSV. Anche in seguito alla sospensione della terapia, nessun holter ha segnalato nulla, il bambino sta bene, viene pianificato un holter all'anno fino ai 6 anni.
Ora ha 3 anni e mezzo e l'ultimo holter effettuato la scorsa settimana ha rilevato un periodo di TPSV a frequenza 260-270/min indotta dalla corsa della durata di circa 5 minuti, 4 extra sistolisopraventricolari isolate. Il cardiologo consiglia di riprendere l'assunzione di flecainide in tre somministrazioni e ripetere holter tra un mese.Ci paventa inoltre la possibilità in un futuro, che sia necessaria un'ablazione, in quanto è possibile che l'aritmia, essendosi ripresentata, gli resti per tutta la vita. Non esistono altri metodi non invasivi per risolvere il problema? Pur non trattandosi di intervento, è sempre una manovra invasiva, quindi Le chiedo se le probabilità di rischio siano elevate e le probabilità di risoluzione del probelma siano effettivamente non buone, ottime. E' possibile inoltre riuscire a capire quale sia la causa di tali aritmie? E' sempre stato detto che era a causa della prematurità del sistema elettrico del cuore, quindi non capisco perchè si ripresenti il problema a distanza di tre anni.
Le ringrazio per la gentile consulenza.