Buon Compleanno Francesco!
Inviato: 24 lug 2010, 0:09
Il mio Franz, il mio ex microbo, compie otto anni. Sembra ieri, davvero!
Vi lascio la trascrizione del testo del dvd Un Universo nel Guscio. Ho visto che non si può più richiedere sul sito della Medela, peccato.
Mi piace ricordare il periodo della TIN attraverso queste parole.
Questo racconto ha inizio in giornate di sole invernale di fine gennaio, fine febbraio, quelle giornate appena tiepide di cappotti aperti alle undici del mattino.
Benvenuti nel micromondo della TIN, la terapia intesiva neonatale.
Il micromondo a cui i terrestri accedono soltanto dopo essersi spogliati degli abiti comuni, e quando dico abiti comuni intendo dire anche dire abiti di comuni mortali pieni del sé, di preoccupazioni e di quotidianità.
Questo è un micromondo in cui all'apparenza non c'è spazio per le cose ordinarie, c'è spazio soltanto per quelle extraordinarie.
Oltrepassata la soglia blindata da citofoni, nel rito della vestizione, e delle mani lavate fino al gomito, eccolo l'extraordinario.
Luce, suoni, un mondo a parte, i respiri e l'aria come di cotone, più rarefatti.
Un altro peso, come il tempo, che qui non esiste.
Il micromondo dal tempo sospeso.
Non esistono movimenti di lancette veloci, fatte di prima e dopo, ma solo istanti, attimi.
Ho sperimentato il concetto del tempo zen, composto semplicemente dalla somma di attimi in successione, vissuti tutti, uno dopo l'altro.
L'essere qui e ora, attimo dopo attimo.
Un tempo così strano che pare cristallizzare perfino il dolore. Cristallizza un dolore che fuori si sente immenso, e dentro diventa fermo, nella gioia di padri e di madri di essere lì, a toccare ancora respiri neonati, adesso, qui e ora.
E domani poi, chissà, non ci voglio neppure pensare...
Il domani esiste profondo, dentro l'anima, non nella mente. Esiste appeso ad un filo che fa sperare che tutto si risolverà, che tutto andrà bene, ma che le madri e i padri non vogliono legare troppo stretto intorno al cuore, perché...
Se poi qualcosa andasse male, allora... No, non lo sopporterei...
E' come se le madri sentissero che il loro amore contribuisse fortemente a tenere in vita i figli dentro il guscio, insieme al loro donarsi giorno dopo giorno; ma come se, nello stesso tempo, temessero di amare troppo, di dare troppo, per paura poi di morire con loro, nel peggiore dei casi.
Un crinale fra il tutto e il nulla, fatto di amore puro, amore anche di chi ci vive dentro tutti i giorni, per anni e anni, e che trasmette come spirito guida ai nuovi arrivi.
Avanti signora... ecco la mamma... ha visto come siamo belli oggi?
Ho seguito un bambino l'anno scorso, con lui sono morta e rinata cento volte. Guardi, ho la foto nel portafoglio. Adesso ha un anno e mezzo, e ogni tanto ci vediamo ancora, a casa loro, per lui sono la zia.
Parole e silenzi, tanto silenzio, ignoto, tante attese, paure, tanti sorrisi, tanti sussurri...
Tante palline avvolte nei pigiamini rosa, azzurri, rannicchiate sul petto nei pomeriggi delle mamme che riposano con loro, tante mamme canguro felici, finalmente felici davvero, dopo le crisi.
Un micromondo in cui a volte si vedono miracoli, o si inventano, o si sperano, nelle figurine sbiadite dei santini di carta appoggiati alle culle.
Come quella volta in cui mamma e papà guardavano la piccola di ventiquattro settimane, ancora avvolta nel panno, fino al collo. Poi lui deve andare, saluta la moglie... Ciao, torno in ufficio, ci vediamo più tardi... Ultimo sguardo al guscio e... All'improvviso, ecco che dal bozzolo, in uno scatto, se ne esce il braccino, tutto fuori, fin sopra la testa, fin sopra la mascherina! E il papà, e la mamma, tanto d'occhi, commossi, incollati al vetro... Guarda, ha capito che vai, e ti saluta anche lei!
Un micromondo, questo, in cui gli abitanti esclusivi hanno il privilegio di comunicare col pensiero, anche col pensiero. Di creare una metacomunicazione invisibile che impregna le penombre e i raggi del sole filtrati.
L'aria, fatta soltanto di gesti, di sguardi, di tocchi, di tacite intese che pochi hanno il privilegio di provare e di portarsi addosso nella vita futura, qualunque essa sia.
Perché poi, insieme ai pianti dei neonati, nel mondo dei più grandi, questa dimensione sarà quasi dimenticata...
Quasi...
Vi lascio la trascrizione del testo del dvd Un Universo nel Guscio. Ho visto che non si può più richiedere sul sito della Medela, peccato.
Mi piace ricordare il periodo della TIN attraverso queste parole.
Questo racconto ha inizio in giornate di sole invernale di fine gennaio, fine febbraio, quelle giornate appena tiepide di cappotti aperti alle undici del mattino.
Benvenuti nel micromondo della TIN, la terapia intesiva neonatale.
Il micromondo a cui i terrestri accedono soltanto dopo essersi spogliati degli abiti comuni, e quando dico abiti comuni intendo dire anche dire abiti di comuni mortali pieni del sé, di preoccupazioni e di quotidianità.
Questo è un micromondo in cui all'apparenza non c'è spazio per le cose ordinarie, c'è spazio soltanto per quelle extraordinarie.
Oltrepassata la soglia blindata da citofoni, nel rito della vestizione, e delle mani lavate fino al gomito, eccolo l'extraordinario.
Luce, suoni, un mondo a parte, i respiri e l'aria come di cotone, più rarefatti.
Un altro peso, come il tempo, che qui non esiste.
Il micromondo dal tempo sospeso.
Non esistono movimenti di lancette veloci, fatte di prima e dopo, ma solo istanti, attimi.
Ho sperimentato il concetto del tempo zen, composto semplicemente dalla somma di attimi in successione, vissuti tutti, uno dopo l'altro.
L'essere qui e ora, attimo dopo attimo.
Un tempo così strano che pare cristallizzare perfino il dolore. Cristallizza un dolore che fuori si sente immenso, e dentro diventa fermo, nella gioia di padri e di madri di essere lì, a toccare ancora respiri neonati, adesso, qui e ora.
E domani poi, chissà, non ci voglio neppure pensare...
Il domani esiste profondo, dentro l'anima, non nella mente. Esiste appeso ad un filo che fa sperare che tutto si risolverà, che tutto andrà bene, ma che le madri e i padri non vogliono legare troppo stretto intorno al cuore, perché...
Se poi qualcosa andasse male, allora... No, non lo sopporterei...
E' come se le madri sentissero che il loro amore contribuisse fortemente a tenere in vita i figli dentro il guscio, insieme al loro donarsi giorno dopo giorno; ma come se, nello stesso tempo, temessero di amare troppo, di dare troppo, per paura poi di morire con loro, nel peggiore dei casi.
Un crinale fra il tutto e il nulla, fatto di amore puro, amore anche di chi ci vive dentro tutti i giorni, per anni e anni, e che trasmette come spirito guida ai nuovi arrivi.
Avanti signora... ecco la mamma... ha visto come siamo belli oggi?
Ho seguito un bambino l'anno scorso, con lui sono morta e rinata cento volte. Guardi, ho la foto nel portafoglio. Adesso ha un anno e mezzo, e ogni tanto ci vediamo ancora, a casa loro, per lui sono la zia.
Parole e silenzi, tanto silenzio, ignoto, tante attese, paure, tanti sorrisi, tanti sussurri...
Tante palline avvolte nei pigiamini rosa, azzurri, rannicchiate sul petto nei pomeriggi delle mamme che riposano con loro, tante mamme canguro felici, finalmente felici davvero, dopo le crisi.
Un micromondo in cui a volte si vedono miracoli, o si inventano, o si sperano, nelle figurine sbiadite dei santini di carta appoggiati alle culle.
Come quella volta in cui mamma e papà guardavano la piccola di ventiquattro settimane, ancora avvolta nel panno, fino al collo. Poi lui deve andare, saluta la moglie... Ciao, torno in ufficio, ci vediamo più tardi... Ultimo sguardo al guscio e... All'improvviso, ecco che dal bozzolo, in uno scatto, se ne esce il braccino, tutto fuori, fin sopra la testa, fin sopra la mascherina! E il papà, e la mamma, tanto d'occhi, commossi, incollati al vetro... Guarda, ha capito che vai, e ti saluta anche lei!
Un micromondo, questo, in cui gli abitanti esclusivi hanno il privilegio di comunicare col pensiero, anche col pensiero. Di creare una metacomunicazione invisibile che impregna le penombre e i raggi del sole filtrati.
L'aria, fatta soltanto di gesti, di sguardi, di tocchi, di tacite intese che pochi hanno il privilegio di provare e di portarsi addosso nella vita futura, qualunque essa sia.
Perché poi, insieme ai pianti dei neonati, nel mondo dei più grandi, questa dimensione sarà quasi dimenticata...
Quasi...