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Sassolini nella scarpa...

Area per chiacchierare, inserire auguri e notizie varie

Moderatore: cheti

Sassolini nella scarpa...

Messaggioda Chiara_78 il 17 lug 2012, 19:12

Eccomi qua, finalmente mi sono decisa a ritagliarmi un attimo di tempo per me e iniziare questo post… Più ci penso e più sento che è la cosa giusta da fare, per sfogarmi un po’ con voi che riuscite a capirmi e che magari avete vissuto esperienze simili alla mia…
Ma, come ogni buon narratore che si rispetti, è giusto che io cominci la mia storia dall’inizio: come sapete, io e Giuseppe ci siamo conosciuti una decina d’anni fa (4 di fidanzamento e 6 di matrimonio).
Da subito, ho sentito la sua famiglia, soprattutto i suoi genitori, perché la sorella era una bimba quando l’ho conosciuta ma crescendo in un ambiente dove conta più apparire che essere… anche lei si è definitivamente “persa”, falsa come i soldi del Monopoli. :roll: :roll: :roll:
Visto che non pensavano che potesse essere una storia seria, e che magari non volessi restare al fianco di loro figlio perché “diverso” dagli altri, hanno cercato subito di mettermi a disagio, mostrandomi quello che possedevano: castelli di carta e tante chiacchiere, ma che fanno scalpore soprattutto per una ragazza che è cresciuta in una famiglia “normale” dove abbiamo dovuto anche tirare la cinghia e dove non sempre era facile mettere insieme il pranzo con la cena.
Il loro mondo, il loro modo di vivere così… mondano… mi hanno da subito fatto sentire in imbarazzo. Inadeguata. Per fortuna, ho la capacità di vedere oltre le apparenze ed ho capito che quello era un loro modo di fare per far passare in secondo piano che non è tutto oro ciò che luccica.
Mi hanno mostrato i loro 400mq di casa, si sono riempiti la bocca davanti alla bravura dei figli. Mi hanno raccontato (fino alla nausea) le mille e mille peripezie che hanno dovuto affrontare con Giuseppe. Perché nessuno credeva in lui. Perché ormai era dato per spacciato. Perché tanto era considerato solo un peso dal resto della famiglia. Un inutile cieco. Oh sì… non esagero… E’ ciò che mi hanno raccontato e che raccontano gonfiando il petto orgogliosi, come fanno di Rebecca dicendo che quando è nata era solo 800gr. E io sorrido glaciale correggendo il tiro: “mah… veramente non era solo 800gr, ma un 1.090 che è un po’ diverso”. :twisted: :!:
Purtroppo, l’accanimento peggiore, è sempre stato su Giuseppe perché, come ho già raccontato, non ha avuto un’infanzia comune ed ha dovuto lottare parecchio per essere considerato “una persona normale”. Lui mi ha sempre raccontato che la sua famiglia lo metteva in mostra come una scimmietta ammaestrata, e questo l’ha sempre fatto soffrire molto.

Ho così tanti sassolini da togliere, che non so bene da parte cominciare.
Mi sembra che ho già avuto modo di raccontarvi che la famiglia di mio marito ha origini siciliane.
Mio suocero, è venuto a vivere in Toscana che aveva solo 40gg di vita; mia suocera è cresciuta a Palermo e lei continua a parlare bene il siciliano come io il toscano (il mio non è un toscano puro, è un toscano un po’ imbastardito dal romano visto che il paese dove sono cresciuta è vicino al Lazio).
Da quando la nostra storia è iniziata, ho cominciato a notare degli strani comportamenti primo tra tutti quello di mia suocera che improvvisamente iniziava a parlare a tavola in dialetto stretto.
Non che se avesse parlato più lentamente io sarei riuscita a capire qualcosa, ma in quel modo sembrava quasi volesse escludermi dalla conversazione.
E la situazione peggiorava in presenza di sua mamma, venuta a mancare un mesetto prima del matrimonio, perché con lei parlavano quasi esclusivamente in siciliano senza pensare che magari io potessi sentirmi esclusa dalla conversazione.
Ho fatto notare la cosa a Giuseppe e lui mi ha detto che non dovevo reagire in quel modo, perché parlare davanti a me in dialetto era farmi sentire membro della famiglia.
Io l’ho guardato con gli occhi sgranati e mi sono sentita presa per i fondelli. Ma come… sai che non capisco una parola di ciò che dici… ti faccio notare che sono a disagio… e tu continui a parlare in palermitano come se niente fosse? :shock: :shock: :shock:
A quel punto, allora, ho iniziato la mia prima battaglia (mi sento tanto Don Chisciotte): finché parlano in dialetto io non partecipo alla conversazione. Mi sono rifiutata di provare ad imparare anche i termini più elementari, perché ho notato che parlano in dialetto quando non vogliono che io capisca determinati discorsi. Se non devo capire cose importanti, che magari riguardano la mia famiglia (io, Giuseppe e Rebecca) non vedo perché dovrei sforzarmi di capire quelli meno importanti di conversazione generale.

Io sono fatta male. Ho davvero un brutto carattere. Vi basti pensare a cos’ho fatto durante un pranzo di Pasqua. I miei genitori non erano potuti venire, erano andati a trovare la sorella più piccola di mia mamma per passare la Pasqua e la Pasquetta con lei.
Io e Giuseppe dovevamo ancora sposarci e, dopo aver passato il Natale con la mia famiglia, abbiamo trascorso la Pasqua con la sua e il fratello più grande di mia suocera e la figlia.
Per tutto il pranzo, non hanno fatto altro che parlare in dialetto. Hanno parlato e riso di un sacco di cose che io ancora ignoro, perché nessuno si è degnato di tradurmi ciò che dicevano o spiegato il perché ridevano. Forse ricordavano i bei tempi di quando erano bambini. Oppure raccontavano di quando i figli erano più piccoli e delle marachelle che combinavano… Chi lo sa…
Io sono stata per tutto il tempo a fissare il piatto, oppure a guardare il nulla alla TV.
Ad un certo punto, dopo l’ennesimo scoppio di risa al quale io non ho partecipato, si gira Giuseppe e mi chiede se mi sento male. Stringendomi nelle spalle, rispondo: “ma per me quand’è che passano i sottotitoli?”. :evil:
Nella stanza è calato un gelido silenzio. Erano tutti imbarazzati. Mentre io cercavo di guardarli negli occhi, loro sfuggivano le mie occhiate, trovando più interessante ciò che avevano nel piatto piuttosto che provare a rispondere alla mia domanda; e, pensate un po’, dopo la mia battuta acida hanno smesso di parlare in dialetto.

Scusate se vado a ruota libera… ma non riesco a dare un senso logico e togliermi i sassolini dalla scarpa in questo modo liberatorio mi fa sentire molto più leggera…
Vi racconto anche questa: quando abbiamo annunciato che volevamo sposarci, dopo il momento di shock iniziale, mia suocera ha avuto il coraggio di dirmi che loro assolutamente avrebbero dovuto invitare non so bene quante persone.
Io l’ho guardata, ho sorriso ed ho risposto: “non c’è problema, ognuno paga i suoi invitati”. Se pensava di mettere a tavola tipo 700 persone e che dovevano pagarle i miei genitori… ha proprio sbagliato indirizzo.
Al che, lei e suo marito (scommetto guidati da Giuseppe), hanno iniziato a fare bene i conti ed hanno tagliato di parecchio il numero degli invitati.
Comunque, erano sempre 100 loro contro 50 (compresi i parenti) dei miei.
Mia suocera (che sembra una piovra perché vuole tenere tutti sotto il suo stretto e ossessivo controllo e più stringe e più io mi allontano) avrebbe voluto imporci la scelta della Chiesa; del Ristorante; di dove andare a fare le foto. Insomma, voleva essere lei esclusivamente lei la protagonista di quel giorno importante.
Ma l’ho sputata io su tutto. Per fortuna sono riuscita a far ragionare mio marito ed insieme abbiamo scelto ciò che piaceva a noi e ciò che rendeva noi felici, anziché ascoltare le campane degli altri con i loro suggerimenti imbarazzanti e fuori luogo.

Quando siamo andati a scegliere le partecipazioni e le bomboniere, Giuseppe ha voluto che fossero presenti anche i nostri genitori.
Per lui, era una scelta obbligata perché non avendo la patente non poteva di certo raggiungere il negozio da solo.
La proprietaria del negozio, una signora molto gentile e paziente, ci ha fatto vedere il catalogo. In meno di 5 minuti, abbiamo scelto la partecipazione: elegante nella sua semplicità, non ci abbiamo speso molto perché tanto le partecipazioni finiscono sempre nel cestino dei rifiuti e non aveva senso spenderci troppi soldi.
Abbiamo preferito spendere un po’ di più sulle bomboniere, soprattutto quelle destinate agli zii; ai genitori ed ai testimoni.
Anche sulle bomboniere, non avevamo adocchiato subito quello che ci piaceva. Erano intenti a guardare quando sua madre esclama “oh… guarda Giuse… queste sono perfette”.
Adesso non ricordo bene cos’erano, che forma avessero cioè. Ma posso assicurarvi che erano nel suo perfetto stile pacchiano. Mia suocera è il perfetto contrario di come sono io.
Io sono per le cose semplici e leggere. Lei è per le cose pompose e pacchiane. (Potesse, agghinderebbe mia figlia come una bomboniera tutti i giorni).
Erano degli oggetti in vetro soffiato, se non ricordo male, tutti infiocchettati che a mala pena si capiva la forma con dei ciondoli in madreperla orrendi. Vistosi. Pacchiani.
Mi è venuto il voltastomaco appena li ho visti. E mio marito non faceva niente per metterla a tacere.
Anzi. Le dava spago. Sembrava che anche a lui piacessero quelle oscenità. Chissà, forse reagì in quel modo per abitudine. Per tutta la vita lei aveva scelto al posto suo ed ancora non si era attivato in lui il meccanismo “bloccante”.
Dato che la mia parola non veniva neanche presa in considerazione e visto che avrei speso i miei soldi per pagare quelle cose che mi vergognavo a guardare, gli ho detto che io e i miei genitori andavamo via tanto c’era sua mamma a scegliere; aveva deciso lei cosa doveva piacermi io cosa ci stavo a fare lì.
Le mie parole devono averlo sbloccato. Ha messo “a cuccia” sua madre ed abbiamo scelto in tutta serenità le nostre bomboniere. Delle bellissime mini-cornucopie in Swarovski (o una sua buona imitazione).

E da lì, è sempre stato un continuo tira e molla.
Lui non riesce a staccare il suo cordone ombelicale e sua mamma continua ad avere un forte potere su di lui.
Purtroppo, mio marito non ha ancora capito quali sono le sue priorità. Per lui è più importante passare del tempo con mammina e papino, piuttosto che con sua figlia e con me.
Ho provato a fargli capire che siamo noi la sua famiglia, ma è ancora molto sordo da quell’orecchio.
E lei è ancora troppo onnipresente e pesante nella sua vita.
Lo comanda e lo gestisce come se fosse un incapace, quando abbiamo portato a casa Rebecca era scocciata anche dal fatto che fosse suo figlio a darle il latte o a prepararlo perché aveva paura che non ne fosse capace.
Quanta rabbia ho dentro. Sono tutte cose che sto mettendo dentro un baule e che tirerò fuori al momento giusto.
In questo momento non posso. Mi sento ospite in casa mia ed è una brutta sensazione.
Stiamo risparmiando per comprarci casa per conto nostro. E io non vedo l’ora di andarmene da qui.

Da queste persone che non mi hanno mai aiutato con il cuore. Che mi hanno fatto pesare ogni singolo gesto. Che mi hanno fatto pesare che per mesi hanno fatto tanti km per venirci a trovare in Ospedale, non pensando mai neanche per un secondo a me, a come potessi stare io da sola.

Anche se la convivenza è dura, io stringo i denti e sono contenta di essermi sposata nel 2006; se avessi aspettato un anno per comprare casa per conto nostro, non mi sarei più sposata perché la cara cognatina si è fatta ingravidare dal suo fidanzato ed hanno dovuto fare un matrimonio riparatore perché questo bambino non poteva nascere nella vergogna.
Ergo, quei pochi soldi che avremmo risparmiato (che avrebbe risparmiato mio marito) sarebbero finiti nel calderone comune e sarebbero stati spesi per sposare la sorellina mettendo noi, ancora una volta, in secondo piano.

E qui mi fermo, Rebecca mi gira in torno a mo’ di squaletto. Forse è il caso che vada a preparare la cena…

Belle signore e cari signori (ovviamente la vostra presenza è gradita se volete partecipare alla discussione), io ho lanciato il sasso… anzi… mi sono iniziata a togliere i primi sassolini dalla scarpa…
E, come diceva sempre mia nonna materna dopo avermi raccontato una favola, “stretta la foglia e larga la via… dite le vostra che io ho detto la mia…”
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda hellokitty il 17 lug 2012, 21:47

Chiara mi dispiace che tu ti trovi in questa situazione...immagino quanto sia frustrante sentirsi ospiti in casa propria...spero davvero che questo momento passi prima possibile!
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda Barbara&Elena il 17 lug 2012, 23:38

Già, è davvero una situazione pesante... con una così ci litigherei anch'io dopo due secondi!!! Per fortuna tu sei una tosta che non si fa mettere i piedi in testa. Spero potrai presto realizzare il vostro progetto di avere una casa tutta vostra!
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda kia il 18 lug 2012, 22:52

Di sicuro quando avrete i vostri spazi la situazione cambierà, in questi casi la giusta distanza è fondamentale...stringi i denti e ripetiti come un mantra che manca poco.
ogni volta che prendo di petto mio marito per questioni che riguardano la sua famiglia lui si irrigidisce e comincia a difenderli a spada tratta. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra non essere ipocriti (se la famiglia di tuo marito non ti piace, e mi sembra per validi motivi, secondo me non sei tenuta a farteli andare a genio) ed imparare a lasciarsi scivolare addosso le cose di poco conto, magari impuntandosi quando effettivamente ne vale la pena. Anche perchè, a conti fatti, loro se ne stanno beati mentre tu ci soffri o per lo meno ti indispettisci...meglio non dare certe soddisfazioni! :wink:
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda cinzia.c76 il 19 lug 2012, 8:41

Ma quand'è che sarà pronta la casa?? Uff..E quanti km di distanza è rispetto a casa dei tuoi suoceri?? :D Tieni duro Chiara. Hai tutta la mia solidarietà. Mi sembra di capire che il "problema" principale è la suocera..quando avrete casa vostra, sarà più facile per Giuseppe tagliare il cordone ombelicale. E se non ci riuscite con la distanza, vi consiglio di consultare un esperto in questi tipi di problemi. Anche mio marito ha avuto il problema del "cordone ombelicale", e visto che non riuscivamo a risolvere con i nostri mezzi, l'ho convinto a consultare un terapeuta. Beh, un incontro è stato sufficiente. Lui ha capito. E il cordone ombelicale è stato reciso. Il distacco ha avuto le sue ripercussioni. I miei suoceri mi hanno visto come il diavolo :twisted: che li voleva allontanare dal loro bambino (di anni 34). Quando ero incinta e la gravidanza andava bene, fecero diverse scenate, con Diego. Pianti e urla, accuse nei miei confronti. Non sono però riusciti a minare il nostro rapporto e la stima che Diego ha nei miei confronti. Anzi, l'effetto è stato opposto. Ci siamo avvicinati ancora di più.

Per quanto è possibile cerca di passarci sopra. Tieni duro, e pensa che tra poco inizierai a vedere la luce in fondo al tunnel. E poi sarà tutta un altra vita!
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda nadi il 19 lug 2012, 11:19

chiara, ti capisco! anche se la mia situazione è meno grave e pesante della tua il cordone ombelicale è difficile da tagliare! per fortuna giuseppe ha dimostrato tante volte di essere dalla tua parte, per me non è quasi mai così, e questa è la cosa che mi fa soffrire di più, e non ti nascondo che è uno dei motivi per i quali il nostro rapporto ha delle grosse falle. tieni duro, dato il comportamento di giuseppe sicuramente allontanandovi le cose andranno meglio!
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda Fran73 il 19 lug 2012, 11:36

Concordo in pieno con le altre!!
La vicinanza stretta crea tensione in qualsiasi rapporto, anche le amicizie piu' profonde, figurati cosa puo' fare allo ra la convivenza con una famiglia che non ti sei scelta!!

In bocca al lupo per un rapido trasloco!

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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda Chiara_78 il 19 lug 2012, 11:59

Vi ringrazio ragazze...
Avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo, anche perchè... a furia di accumolare, ho corso il rischio di implodere e di passare dalla ragione al torto.
Purtroppo, quando mi infiammo prendo via e "vomito" (scusate ma è il termine più appropriato che ho trovato) tutto quello che ho dentro senza badare a ciò che dico.
Mia mamma, e le mie amiche più care, mi hanno sempre detto che arrivo prima all'osso e poi alla carne.
Così, visto che non riuscito ad ottenere niente e anzi passavo sempre dalla parte della strega cattiva... di quella che non capisce... di quella che è viziata perchè figlia unica... ho smesso di rispondere alle provocazioni ed ho iniziato a parlare prima con Giuseppe e lui ha iniziato a fare da intermediario per cercare di gestire al meglio questa pesante situazione.

Purtroppo, ancora non siamo riusciti a trovare una casa per noi. Chiedono ancora delle cifre allucinanti e noi non abbiamo abbastanza liquidità.
Ho chiesto aiuto ai miei genitori, sono figlia unica e loro sono disposti a venirci incontro quanto più possono.
Però dobbiamo aspettare che scadano i termini delle assicurazioni che hanno stipulato quando mio padre lavorava.

Al contrario dei miei suoceri e dei miei cognati, i miei genitori (e non perchè sono la mia mamma e il babbo, perchè se si fossero comportati diversamente non avrei avuto nè paura a scriverlo nè a dirlo in faccia a loro) non ci hanno mai rinfacciato le cose che hanno fatto per noi.
Devo dire grazie a loro se ho una bella cucina e una bella camera da letto. Loro ce l'hanno regalata per il matrimonio, quando i suoi genitori si lamentavano che non c'erano abbastanza soldi per finire di arredare la casa e volevano darci i loro mobili vecchi.
Mio padre si è arrabbiato e ha detto che non era giusto che una coppia di sposi prendesse i mobili usati e maltrattati ed ha pagato i mobili di tasca sua.

Quando Rebecca era ricoverata in Ospedale, io ho deciso di non venire a casa perchè avevo la possibilità di starle vicino e sentivo che dovevo stare lì; non ero totalmente tranquilla perchè a casa c'erano mia suocera e mia cognata che cercavano di farsi strada nel cuore e nel cervello di mio marito... Molto spesso, avrei voluto essere una mosca per poter sentire cosa gli dicevano. Senz'altro, gli avranno fatto un elenco dei miei difetti: che sono una pessima padrona di casa; che sono disordinata e cialtrona (tutte cose carine, ma è come se le sentissi mentre fanno le streghe chiacchierone). Immagino anche quanto gli sia piaciuto "ciacciare", mettere le mani tra le mie cose e sistemarle nel loro disordine mentale. Quando sono tornata a casa, per prepararmi all'arrivo di Rebecca, ho sentito un gran dolore dentro: non era più casa mia. Aveva perso la mia impronta in quei 51 giorni. Ecco perchè ho detto che mi sento spesso un ospite in casa mia.

Pensate che quando la bimba ha iniziato ad indossare i primi body, soffriva molto di rigurgito e spesso vomitava anche l'anima.
Io mandavo i vestiti a lavare a casa perchè non ero nella comodità di lavarvi in Ospedale. Ecco, sono venuta a sapere che mia cognata si è anche lamentata che passava tutto il tempo a "lavare i rigurgiti dai body". A quel punto, visto che alla giovin signora pesava aiutarmi, sono uscita dall'Ospedale e con mia mamma sono andata a comprarmi tutto il necessario per lavare in Ospedale. Ho comprato anche uno di quei tenditoi da doccia, quelli tondi.
Ed ho anche smesso di mandare i vestiti miei a lavare da chi mi faceva pesare tutto. Putroppo, ho dovuto caricare mia mamma di lavoro extra e di questo mi sento ancora in colpa.

E qui, mi faccio aiutare dalle parole di Baricco un pezzo del monologo tratto da "Novecento", perchè rende molto bene l'idea:
"E lì, a quel punto, cadde il quadro. A me m’ha sempre colpito questa storia dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’è una ragione, perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo le sei meno un quarto, d’accordo, allora buona notte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. E’ una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: “A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave ”.
Ci rimasi secco. Fran."

Il mio quadro è stato quando mio marito mi ha detto che aveva intenzione di cercare una casa per conto nostro: "fran", ho pensato.
Perchè sperava che un giorno i miei genitori si decidessero a venire via dall'Albinia per avvicinarsi a noi; a loro nipote soprattutto. Visto che è l'unica che hanno, almeno per ora.
E così, eccoci qua... in cerca di una tana tutta nostra dove crescere noi e i nostri (spero) figli...
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda Lu il 23 lug 2012, 1:23

Guarda io su mia suocera potrei scrivere volumi...
Posso darti un consiglio spassionato?
Comprate, affittate, usucapite, occupate immediatamente un alloggio per conto vostro (fosse pure un monolocale col cesso in un altro rione).
Tutto si paga e l'ospitalità più del resto. Naturalmente tua suocera si sente nel suo pieno diritto visto che, ahimè effettivamente siete a casa sua.
Noi per anni non abbiamo avuto l'armadio in camera da letto (con ovviamente pittoresche ricadute sull'ordine già perfetto della casa) perchè avevamo investito tutto nell'acquisto della casa. Ancora oggi usiamo come sedie degli orrori dismessi da una scuola guida dove lavorava mio padre una ventina di anni fa...
Siamo comunque sopravvissuti e...TIÈ mia suocera non la devo ringraziare manco per un fazzoletto!
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda vale il 23 lug 2012, 9:34

Ehm. Scusate, ma io non direi di no a qualche aiuto da parte del parentado qua e là. Oh, non fraintendermi Chiara eh, tua suocera deve essere una bella palla invadente!

Però io userei un'altra tattica, per es. per quanto riguarda la lingua. Ora nn so come funzioni per la tua famiglia ma guarda, spesso non stanno parlando male di noi, `solo che, non capendo e soprattutto vedendo ridere, uno si fa mille paranoie, per non parlare della sgradevolissima sensazione del sentirsi tagliata fuori, soprattutto da parte del proprio marito. è un meccanismo automatico. Per quanto si dica: ora si parla una lingua comune, alla fine prevale quella della maggioranza. E non serve saperlo, succede lostesso ehheheh.

Poi c'è sempre quello che non sa l'inglese, o l'italiano non dialetto, magari il piú anziano, ecc. ecc. Ti do un consiglio. Impare il dialetto palermitano al piu presto, invece, così: a) non sarà tanto facile parlarti alle spalle b)ti conquisterai tante persone che rimarranno ammirate dalla tua abilità e la suocera avrà quello che si merita prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.

Un abbraccione
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda briseida il 23 lug 2012, 14:36

Quoto Lu e quoto Vale!
In Spagna si dice "el casado casa quiere" (gli sposi vogliono una casa).
Sull'argomento lingua, io la prima volta che sono andata in Italia non capivo niente di italiano e ovviamente parlavo ancora meno. Ho sorriso per una settimana senza sapere cosa si diceva e poi mi sono messa a fare un corso online. Non puoi pretendere che loro facciano il primo paso perchè sono maggioranza, è la persona che arriva quella che deve integrarsi! Nella mia famiglia parliamo con Alberto in spagnolo, ma ovviamente tra noi parliamo catalano perchè è la nostra lingua naturale, lui non lo parla ma dopo otto anni lo capisce benissimo e se vuole intervenire lo fa in spagnolo.
Alberto e Fanny genitori di
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda MammaSole il 23 lug 2012, 15:50

Chiara altro che sassolini... mi sembrano macigni!!! Quoto tutti i suggerimenti, la lontananza è necessaria da questo tipo di famiglia e poi tuo marito mi sembra che abbia preso coscienza, gli basta solo un pò di coraggio per zac... tagliare quel cordone che lo imbriglia :wink:
Sfogati quando vuoi... non implodere! non farlo per te, per Reby e per Giuseppe e per tutte le persone che tengono a voi, come i tuoi genitori, non sentirti in colpa per l'aiuto che ti hanno dato, sarebbe stato una sofferenza per loro non farlo... non tutti sono come i tuoi suoceri :evil:
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda Chiara_78 il 2 ago 2012, 19:55

... Adesso vorrei raccontarvi questa...
Oggi, parlando con un collega, ho saputo che sua moglie è incinta del terzo figlio.
Gli ho fatto i complimenti e gli auguri e poi gli ho chiesto quando nascerà il piccolo.
La DPP è per il 14 settembre, ormai il più è fatto. :D
Molto contenta per lui, ho continuato a parlare e a domandargli di come sta sua moglie ecc.
Lui ha risposto un po' imbarazzato che dopo il primo figlio di 19 e la seconda di 13, hanno un po' di timore a dover ricominciare tutto dall'inizio.
Però è contento, lo sono tutti in famiglia.
Ha poi cominciato a prendere in giro sua moglie, facendo le classiche battute sulla panciona. Dopo che io gli ho chiesto di portare una carezza alla pancia.
Le sue battute un po' mi hanno ferita.
Al che, gli ho risposto che io avevo sempre sognato di avere la pancia. Perchè ho sempre ammirato e invidiato, senza cattiveria, la rotondità di una pancia a termine.
Ma che ho avuto un altro percorso, e mia figlia è nata prima.

La sua risposta è stata: "oh sì, è successo anche a mia nipote. la sua bimba è nata di sette mesi." al mio silenzio ha proseguito "cosa vuoi che sia. ha continuato a crescere in un incubatrice anzichè nella tua pancia. al giorno d'oggi non ci sono problemi...".

Davanti a queste parole, io ho smesso di parlare.
Mi sono chiusa in me stessa e ho continuato a lavorare facendo finta di niente, ascoltando il mio MP3 mentre in gola mi bruciava un bel vaffa@@@@@@ a quel deficente!!! :twisted:
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Rebecca nata a 29w+5d a causa della gestosi. Dimessa dalla Patologia Neonatale di Grosseto dopo 51gg di ricovero. Peso alla nascita 1.090gr per 36cm di puro amore.
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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda mariateresa il 2 ago 2012, 22:50

Chiara_78"
La sua risposta è stata: "oh sì, è successo anche a mia nipote. la sua bimba è nata di sette mesi." al mio silenzio ha proseguito "cosa vuoi che sia. ha continuato a crescere in un incubatrice anzichè nella tua pancia. al giorno d'oggi non ci sono problemi...

Che tatto, che empatia...complimenti al tuo collega Chiara :evil: !
Maria Teresa mamma di Antonio 05-02-07 (38 w) e Francesca 30-09-09 (24 w), peso g. 573. Dimessa il 19/02/10

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Re: Sassolini nella scarpa...

Messaggioda clemy il 3 ago 2012, 10:52

Tanto cosa vuoi che siano due...tre...quattro...MESI di incubatrice...meglio lì che in pancia? Che assurdità... :evil:
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