Articolo Corriere della Sera sui prematuri - 11 maggio
Inviato: 12 mag 2008, 9:56
La svolta. Il presidente dei neonatologi: basta con le porte chiuse nei reparti di terapia intensiva Il badge L' esperimento del Sant' Anna: ai genitori viene data una tessera magnetica. «I piccoli hanno bisogno di loro»
Via la barriera tra mamme e prematuri
Nella maggior parte dei reparti di terapia intensiva, per settimane, a volte mesi, i piccoli pazienti vengono separati da mamma e papà
ROMA - Il bambino è al di là del vetro, protetto da una cupola trasparente. Piccolissimo. Loro possono solo guardarlo. Vorrebbero accarezzarlo, parlargli, sfiorargli la minuscola mano. Non possono. Non è l' orario delle visite e il centro è chiuso ai «non addetti». Compresi i genitori. Così funziona nella maggior parte dei reparti di terapia intensiva, dove vengono accolti bimbi nati in anticipo. Prematuri di peso inferiore al chilo e mezzo. Per settimane, a volte mesi, vengono separati da mamma e papà. «Una barriera soprattutto culturale impedisce alle coppie di stare vicine al loro bimbo», è la denuncia di Claudio Fabris, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), primario al Sant' Anna.
La prossima settimana al convegno della Società, a Torino, il presidente lancerà una proposta: «Tutti i centri di terapia dovranno spalancare le porte ai genitori, 24 ore su 24». Il Sant' Anna è uno degli ospedali all' avanguardia. Per affiancarsi al bimbo non occorre piegarsi alla schiavitù degli orari di visita né ricevere l' autorizzazione. Basta utilizzare un tesserino magnetico, indossare camice e copriscarpe e osservare le regole per non intralciare il lavoro delle infermiere. Si entra a pieno titolo, non da ospiti tollerati.
«Da due anni almeno ci stiamo battendo perché in ogni centro si arrivi a questo tipo di organizzazione - dice Fabris -. Spesso è un problema culturale, di mancanza di volontà. È dimostrato che la vicinanza dei genitori migliora la prognosi del neonato e accorcia i tempi della dimissione. Il progresso delle tecnologie e la disponibilità di latte completo di tutti i nutrienti necessari in questa delicata fase sono importanti. Ma il contatto con la mamma è fondamentale».
Esperienze più o meno felici sono state vissute da gente nota (tra i genitori che hanno visto nascere in anticipo un figlio, fortunatamente senza alcuna conseguenza, ci sono Madonna, Lory Del Santo e Cristina Quaranta). In Italia molte coppie sono insoddisfatte. «È vergognoso recintare le terapie intensive neonatali. Non è solo un diritto negato, è soprattutto frutto di un retaggio culturale. Noi siamo impotenti. C' è molta insensibilità da parte di chi dovrebbe assicurare il massimo delle cure. Basta con le inutili dichiarazioni di intenti. I neonatologi devono prendere posizioni nette», scrive il signor Franco Macagno in una lettera pubblicata sull' ultimo numero del notiziario della Sin. Una denuncia raccolta da Maria Bruscagnin, avvocato, presidente dell' Associazione vivere onlus che si batte a nome delle famiglie dei prematuri, in particolare per il riconoscimento di congedi dal lavoro meno restrittivi.
Mario De Curtis, direttore della neonatologia del Policlinico Umberto I di Roma condivide l' iniziativa di Fabris: «Da noi gli orari sono flessibili. La notte però la terapia intensiva è chiusa. La maggior parte degli ospedali sono carenti dal punto di vista strutturale e organizzativo. Non esistono ad esempio locali per ospitare la mamma che quindi deve per forza tornare a casa. Molto dipende però dalle barriere culturali. I problemi almeno nel Lazio non finiscono qui. Il 45% dei prematuri nascono nel posto sbagliato e devono essere trasportati. Il ritardo nel ricevere cure appropriate aumenta anche dell' 80% il rischio di sviluppare gravi patologie».
Le visite.
Nella maggior parte degli ospedali italiani l' accesso per i genitori ai reparti di terapia intensiva neonatale viene regolato da orari rigidi o previa autorizzazione da parte dei medici
La proposta
Come già avviene in alcuni ospedali, come il Sant' Anna di Torino, si chiede che l' accesso venga garantito 24 ore al giorno. I genitori verrebbero dotati di un tesserino magnetico di riconoscimento.
Le storie
Lory Del Santo Il bimbo della showgirl, Loren, è nato prematuro di 2 mesi e mezzo e ne ha trascorsi due in incubatriceNicoletta Mantovani.
Alice, figlia di Luciano Pavarotti, è venuta alla luce prematura e sottopeso: pochi mesi dopo scoppiava di salute.
Cristina Quaranta. Aurora Alice, la bimba dell' ex ragazza di Non è la Rai, è nata in anticipo e pesava un chilo e 800 grammi
Via la barriera tra mamme e prematuri
Nella maggior parte dei reparti di terapia intensiva, per settimane, a volte mesi, i piccoli pazienti vengono separati da mamma e papà
ROMA - Il bambino è al di là del vetro, protetto da una cupola trasparente. Piccolissimo. Loro possono solo guardarlo. Vorrebbero accarezzarlo, parlargli, sfiorargli la minuscola mano. Non possono. Non è l' orario delle visite e il centro è chiuso ai «non addetti». Compresi i genitori. Così funziona nella maggior parte dei reparti di terapia intensiva, dove vengono accolti bimbi nati in anticipo. Prematuri di peso inferiore al chilo e mezzo. Per settimane, a volte mesi, vengono separati da mamma e papà. «Una barriera soprattutto culturale impedisce alle coppie di stare vicine al loro bimbo», è la denuncia di Claudio Fabris, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), primario al Sant' Anna.
La prossima settimana al convegno della Società, a Torino, il presidente lancerà una proposta: «Tutti i centri di terapia dovranno spalancare le porte ai genitori, 24 ore su 24». Il Sant' Anna è uno degli ospedali all' avanguardia. Per affiancarsi al bimbo non occorre piegarsi alla schiavitù degli orari di visita né ricevere l' autorizzazione. Basta utilizzare un tesserino magnetico, indossare camice e copriscarpe e osservare le regole per non intralciare il lavoro delle infermiere. Si entra a pieno titolo, non da ospiti tollerati.
«Da due anni almeno ci stiamo battendo perché in ogni centro si arrivi a questo tipo di organizzazione - dice Fabris -. Spesso è un problema culturale, di mancanza di volontà. È dimostrato che la vicinanza dei genitori migliora la prognosi del neonato e accorcia i tempi della dimissione. Il progresso delle tecnologie e la disponibilità di latte completo di tutti i nutrienti necessari in questa delicata fase sono importanti. Ma il contatto con la mamma è fondamentale».
Esperienze più o meno felici sono state vissute da gente nota (tra i genitori che hanno visto nascere in anticipo un figlio, fortunatamente senza alcuna conseguenza, ci sono Madonna, Lory Del Santo e Cristina Quaranta). In Italia molte coppie sono insoddisfatte. «È vergognoso recintare le terapie intensive neonatali. Non è solo un diritto negato, è soprattutto frutto di un retaggio culturale. Noi siamo impotenti. C' è molta insensibilità da parte di chi dovrebbe assicurare il massimo delle cure. Basta con le inutili dichiarazioni di intenti. I neonatologi devono prendere posizioni nette», scrive il signor Franco Macagno in una lettera pubblicata sull' ultimo numero del notiziario della Sin. Una denuncia raccolta da Maria Bruscagnin, avvocato, presidente dell' Associazione vivere onlus che si batte a nome delle famiglie dei prematuri, in particolare per il riconoscimento di congedi dal lavoro meno restrittivi.
Mario De Curtis, direttore della neonatologia del Policlinico Umberto I di Roma condivide l' iniziativa di Fabris: «Da noi gli orari sono flessibili. La notte però la terapia intensiva è chiusa. La maggior parte degli ospedali sono carenti dal punto di vista strutturale e organizzativo. Non esistono ad esempio locali per ospitare la mamma che quindi deve per forza tornare a casa. Molto dipende però dalle barriere culturali. I problemi almeno nel Lazio non finiscono qui. Il 45% dei prematuri nascono nel posto sbagliato e devono essere trasportati. Il ritardo nel ricevere cure appropriate aumenta anche dell' 80% il rischio di sviluppare gravi patologie».
Le visite.
Nella maggior parte degli ospedali italiani l' accesso per i genitori ai reparti di terapia intensiva neonatale viene regolato da orari rigidi o previa autorizzazione da parte dei medici
La proposta
Come già avviene in alcuni ospedali, come il Sant' Anna di Torino, si chiede che l' accesso venga garantito 24 ore al giorno. I genitori verrebbero dotati di un tesserino magnetico di riconoscimento.
Le storie
Lory Del Santo Il bimbo della showgirl, Loren, è nato prematuro di 2 mesi e mezzo e ne ha trascorsi due in incubatriceNicoletta Mantovani.
Alice, figlia di Luciano Pavarotti, è venuta alla luce prematura e sottopeso: pochi mesi dopo scoppiava di salute.
Cristina Quaranta. Aurora Alice, la bimba dell' ex ragazza di Non è la Rai, è nata in anticipo e pesava un chilo e 800 grammi