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Moderatore: cheti
da clachiti il 28 gen 2013, 12:03
Ci sto pensando da un po', non so se capita anche a voi, ma negli ultimi tempi, quando ormai tutto il dolore , l'ansia e il vissuto di vita sospesa è passato e rimane alle spalle, sto vivendo un sentimento di tristezza, che affiora e non mi abbandona: ho vissuto due gravidanza difficili e i bambini sono stati prematuri "ma nemmeno troppo" e questo, fino ad adesso, mi faceva pensare che non mi dovevo lamentare, in fondo non è andata male mi sono detta per un lungo periodo, mentre adesso penso che sia importante dirsi e condividere con altre persone che hanno vissuto la stessa esperienza... Ho divorato "lo spazio bianco" e non mi è piaciuto, l'ho trovato verosimile, mi è sembrato scritto da una persona che non ha vissuto direttamente la nascita di un bambino prematuro...e vorrei sperimentarmi come mamma scrittrice...
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da Lu il 28 gen 2013, 16:16
Scusa se mi permetto ma i tuoi figli non sono stati prematuri affatto Senza nulla togliere al tuo vissuto le 34 settimane vengono indicate come pretermine, le 37 come a termine.
Lu mamma di Letizia 04/06/02 (28 settimane 665g), Vittorio 06/08/07 (34 settimane 1915g) e Giovanni 19/08/2009 (33 settimane 1765 gr) Orgogliosa di essere una sfaticated housewife! http://unaprofcheblogga.blogspot.it/
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da Misia il 28 gen 2013, 16:27
Non mi è chiara la differenza tra pretermine e prematuro, ma non è di questo che voglio parlare. Libro o no, secondo me se senti il bisogno di farlo, fai bene a scrivere. A me scrivere ha sempre aiutato. A rielaborare, a capire, ad accettare. Non necessariamente abbiamo questo bisogno solo in presenza di situazioni estreme. Io ho sempre scritto (per me) e mi ha sempre fatto bene, anche a proposito di situazioni che universamente avrebbero poco significato. Ho scritto anche della mia esperienza di prematurità, per quanto non estrema come quelle di libri bellissimi come "420 grammi" (che ti consiglio, se non lo hai letto). L'ho fatto soprattutto per me, e mi ha aiutata molto nel percorso di elaborazione ed accettazione. Poi parte di quel mio diario è anche stata pubblicata su due libri, ma questo è poi secondario, magari sarà utile ad altri. Quel che sarà utile a te, se senti questo bisogno, sarà di scrivere principalmente per te. E a me sembra un'ottima idea.
Mamma di Paolo, 1660gr x 42cm e Greta, 930 gr x 34cm
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da cheti il 28 gen 2013, 18:22
Se senti il bisogno di scrivere della tua esperienza -e hai il tempo di farlo -fai senza dubbio bene. Si è liberi di dire e si è liberi di scrivere. Se hai/trovi chi pubblica il libro, bene. Se ci sarà chi acquisterà il libro e lo leggerà ancora bene. Tieni però presente che l'argomento di cui andrai trattando non è la "prematurità". Perchè hai avuto la fortuna di non viverla. Un bambino che nasce di 37 settimane è un bambino che nasce a termine. Il mio secondo nato dopo 21 settimane di allettamento per lo più fatte in ospedale è nato a termine, non sono io a dirlo, sono i medici. Nascere a 34 settimane OGGI è come nascere a termine, non sono io a dirlo, sono i medici: me lo sono sentita dire migliaia di volte in ospedale dalla 16esima in poi. Per Valerio, con il sacco rotto dalla 16esima puntavamo alla 28. Alla 34 mi sarei messa a ballare sul letto se solo avessi potuto, mi sono accontentata di festeggiare -diabetica con insulina- con una fetta di torta! Giulio è nato di 27 settimane, una prematurità non estrema ma importante sì. E' nato quasi sette anni fa, e in tutti questi anni -soprattutto nelle settimane di allettamento in ospedale in attesa di Valerio- ne ho raccolte di "sofferenze" altrui. Mamme tristi per aver partorito alla 39esima... ben una settimana prima.. mamme tristi per aver partorito un figlio alla 40esima sì ma di tre chili scarsi. I sentimenti sono leciti ed è lecito parlarne e scriverne e pubblicarne anche. E' bene però aver chiaro ciò di cui si parla e si scrive. la nascita a 34 settimane OGGI non è da considerarsi nascita prematura. Non è quella la prematurità, che ne parli -di prematurità dico-chi ha partorito a 23/24 settimane. Tu racconterai la tua storia nell'aver partorito a 34 settimane e magari ne uscirà fuori un bellissimo libro. Così come può uscir fuori un bellissimo libro da chi ha partorito a quaranta settimane. Un libro. Un libro sulle emozioni se vuoi. Non un libro sulla prematurità. In bocca al lupo, tienici aggiornate!
Cheti, mamma di Giulio nato di 27+0, 880 gr. e di Valerio nato di 37+3, 2600 gr.
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da briseida il 28 gen 2013, 18:27
Totalmente d'accordo con Cheti
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da gabriella tolotti il 28 gen 2013, 22:53
Pienamente d'accordo con Cheti e Clemy!
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da clachiti il 29 gen 2013, 10:57
La mia "discussione libera" era solo la voglia di condividere un pensiero...non voglio scrivere un libro...era una battuta, mi chiedevo solo se anche a voi capita a distanza di tempo di sentire di dover "buttare emozioni pesanti"... sono pienamente consapevole che nascere a 24 o 34 settimane pone una grande differenza su variegati aspetti, ma non è che chi ha avuto una prematurità "limitata" non abbia sofferto...negli ultimi tre anni ho passato più di sei mesi in ospedale e Jaio è nato con cesario d'urgenza per eclamsia con sdistacco della placenta...anche se erano praticamente a termine.
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da gabriella tolotti il 29 gen 2013, 11:05
Se vuoi scrivere per te è un'altro discorso...se pensi che ti possa essere utile semplicemente fallo, scrivendo quello che ti viene in mente, senza preoccuparti di chi può leggere, della forma e neanche del contenuto. A volte può servire per fare chiarezza.
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da cheti il 29 gen 2013, 19:30
clachiti ha scritto:La mia "discussione libera" era solo la voglia di condividere un pensiero...non voglio scrivere un libro...era una battuta, mi chiedevo solo se anche a voi capita a distanza di tempo di sentire di dover "buttare emozioni pesanti"... sono pienamente consapevole che nascere a 24 o 34 settimane pone una grande differenza su variegati aspetti, ma non è che chi ha avuto una prematurità "limitata" non abbia sofferto...negli ultimi tre anni ho passato più di sei mesi in ospedale e Jaio è nato con cesario d'urgenza per eclamsia con sdistacco della placenta...anche se erano praticamente a termine.
Beh scusa, abbiamo risposto al tuo primo messaggio dove scrivevi questo: clachiti ha scritto:Ho divorato "lo spazio bianco" e non mi è piaciuto, l'ho trovato verosimile, mi è sembrato scritto da una persona che non ha vissuto direttamente la nascita di un bambino prematuro...e vorrei sperimentarmi come mamma scrittrice...
e le risposte sono state "anche tu non hai vissuto direttamente la nascita di un bambino prematuro". Parlo per me, ma sono sicura di poterlo fare anche per altri: ognuna di noi rispetta il tuo dolore. Ci sono mamme che partoriscono a 40 settimane e soffrono. La sofferenza è sofferenza e può essere legata o meno alla prematurità. Nel tuo caso non è legata alla prematurità. Io ho avuto una seconda terribile logorante snervante svilente gravidanza: prima minaccia d'aborto alla decima, alla 11 apprendo di avere la probabilità di 1:5 di un figlio con la sindrome 21, alla 16 rottura del sacco, fra la 16 e la 21/22 tutto un susseguirsi di emozioni contrastanti, il sacco rotto sembrava confermarmi la sindrome 21...è molto alta la percentuale di aborti naturali in tal caso... e non sapevo più in cosa sperare... dalla 23 contrazioni costanti e forti.. ogni giorno con l'angoscia di finire in sala parto, con la piena consapevolezza di una nascita alla 23esima... e poi le infezioni e il diabete... senza contare la "perdita di dignità".. perchè credetemi che se è brutto stare ricoverati in ospedale da incinte lo è ancor di più da incinte e allettate vedendo il primo figlio un ora a settimana e ricevendo visite soltanto due volte a settimana (compresa quella con Giulio)... odiavo profondamente le salviette umide con le quali mi davo una pulita... odio odio profondo per la padella..... La gravidanza di Valerio mi ha dato una montagna di emozioni pesanti..... ma Valerio è nato a termine, 37 settimane proprio come il tuo secondo figlio. Tutte quelle emozioni pesanti non sono legate alla prematurità ma ad altro. Anche nel tuo caso immagino sia così, emozioni pesanti legate alla gravidanza ma non al vissuto della prematurità. Io la differenza fra le sofferenze legate alla prematurità (Giulio) e quelle legate alla gravidanza (Valerio) le ho bene chiare e distinte nella testa e nel cuore. E alla fine (lo so sono pazza) sono contenta così: ho due bambini sani, ciascuno di loro con una propria storia. La nascita di entrambi mi ha profondamente segnata, nessuno dei due è approdato nella mia vita "con leggerezza". E per entrambi ho sentito la necessità di parlare con una psichiatra/terapista. Ho parlato di quelle emozioni pesanti ma senza riuscire a buttarle. Fanno parte del mio vissuto, uno dei tanti pezzi del mio puzzle.
Cheti, mamma di Giulio nato di 27+0, 880 gr. e di Valerio nato di 37+3, 2600 gr.
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da clemy il 30 gen 2013, 12:32
cheti ha scritto:Io ho avuto una seconda terribile logorante snervante svilente gravidanza
IDEM anche se il mio "calvario" si è interrotto purtroppo (e per fortuna) a 28 settimane cheti ha scritto:senza contare la "perdita di dignità".. perchè credetemi che se è brutto stare ricoverati in ospedale da incinte lo è ancor di più da incinte e allettate vedendo il primo figlio un ora a settimana e ricevendo visite soltanto due volte a settimana (compresa quella con Giulio)... odiavo profondamente le salviette umide con le quali mi davo una pulita... odio odio profondo per la padella.....
Io aggiungerei l'odio per essere dipendenti da un qualcuno, perchè quando sei allettata non ti è consentito neanche di sollevarti un pò per prendere la bottiglia d'acqua sul comodino....io odiavo chiunque mi metteva le mani addosso...ogni giorno, al giro visita il medico di turno mi visitava e non era per niente bello stare sempre con la patatina ai quattro venti...si perde anche la libertà, non solo la dignità. cheti ha scritto:Ho parlato di quelle emozioni pesanti ma senza riuscire a buttarle. Fanno parte del mio vissuto, uno dei tanti pezzi del mio puzzle.
Esatto. Io credo che come tutte le situazioni in cui ci si può trovare bisogna solo trovare il coraggio e la forza di "digerirle", "metabolizzarle"....buttare via, mettere anche semplicemente dei ricordi nel dimenticatoio non lo trovo giusto....fa parte del vissuto e anche se è brutto da dire e "utile" ricordare sempre queste esperienze perchè secondo me fanno apprezzare meglio la vita oggi...io ci ho messo un pò...non posso dire che non provo più dolore a parlare della gravidanza e del post parto di Giovanni ma se capita ne parlo ma con molta più tranquillità...ricordo ogni singolo momento e onestamente non vorrei neanche dimenticarli...
Clementina mamma di tre moschettieri: Michele nato il 25/07/2006 a 41w+1d 3590 gr Giovanni nato il 16/11/2009 a 28w+0d 1150 gr. Vito nato l'11/08/2011 a 39w+0d 3470 gr
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da cheti il 30 gen 2013, 13:02
clemy ha scritto:Io aggiungerei l'odio per essere dipendenti da un qualcuno, perchè quando sei allettata non ti è consentito neanche di sollevarti un pò per prendere la bottiglia d'acqua sul comodino....... (E se non hai un/una "badante" ti tieni la sete! )Questo fra parentesi che siamo usciti dal seminato! .. eravamo partiti da un libro "verosimile" sulla prematurità e siam finiti a parlare di allettamento!
Cheti, mamma di Giulio nato di 27+0, 880 gr. e di Valerio nato di 37+3, 2600 gr.
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